Non costituisce problemi lo slittamento di dieci giorni della scadenza per le iscrizioni alle prime classi per l’anno scolastico 2025/26: secondo il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, “in sé non rappresenta un problema ma, al contrario, consente alle famiglie di avere più tempo per scegliere consapevolmente la scuola che sarà frequentata dai loro figli”.
Nella nota ministeriale si spiega che la decisione è arrivata “al fine di consentire alle scuole di effettuare una più ampia attività di orientamento e alle famiglie di avere più tempo per una scelta ponderata, si rende necessario rideterminare la finestra temporale per la presentazione delle domande di iscrizione”. A seguito della modifica temporale, “le domande di iscrizione potranno essere presentate nel periodo compreso tra le ore 8:00 del giorno 21 gennaio 2025 e le ore 20:00 del giorno 10 febbraio 2025”.
Dopo avere ricordato che “qualsiasi proroga andrebbe decisa e comunicata con il più largo anticipo possibile per consentire agli operatori scolastici, dirigenti scolastici in primis, di pianificare con più serenità il lavoro da svolgere senza affannarsi inutilmente per rispettare le scadenze iniziali”, Giannelli ha fatto osservare che le scuole “hanno già programmato le ordinarie iniziative di orientamento come open day e simili ma, su richiesta delle famiglie, potrebbero doverne realizzare di ulteriori con inevitabile surplus lavorativo”.
Il numero uno dell’Anp ritiene anche che “la principale ragione posta alla base del differimento sia l’avvio della filiera 4+2”, iniziativa che ritiene molto valida “per offrire agli studenti un canale di studio alternativo rispetto a quello, più tradizionale, costituito dal binomio liceo-università e per garantire una maggiore occupabilità”.
A questo punto, dichiara ancora Giannelli, diventa “assolutamente necessario un correlato differimento del termine di predisposizione, da parte delle scuole, dell’ipotesi di organico per il 2025/26“.
Lo spostamento dell’ipotesi di organico, prodotto in base anche alle nuove classi che si andranno a formare il prossimo anno, però non dovrà a sua volta essere spostato troppo in avanti: il pericolo, infatti, è che tutte le operazioni di preparazione del nuovo anno scolastico – dai trasferimenti del personale alle immissioni in ruolo, fino alle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie e alle supplenze annuali – debbano a loro volta essere posticipate.
Riproducendo anche stavolta il cattivo “costume” della macchina organizzativa scolastica italiana che porta ad individuare una bella fetta del personale precario, in totale oltre 200 mila nomine a tempo determinato, a ridosso dell’inizio delle lezioni.