“Mai come in questo momento il ruolo del genitore è fondamentale nell’indirizzare e nel coinvolgere” il giovane verso l’indirizzo di studi superiori. “Senza però obbligarlo, perché” la decisione del corsi di studi “deve essere sempre fatta dal minore, poiché porta verso le sue prospettive di vita. Si tratta della sua prima scelta fondamentale”. A dirlo è stato Jacopo Marzetti, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Lazio, nel corso del terzo incontro pubblico della V edizione del S@lone dell’Orientamento I e II ciclo – M@mma, ho finito le medie!, svolto pochi giorni dalla scadenza per l’iscrizione degli studenti alle nuove classi.
Durante l’avvenimento – svolto on line sulla piattaforma ufficiale di Roma Capitale per volontà dell’Assessorato municipale alle Politiche Educative e Scolastiche e la Presidenza della V Commissione Consiliare Municipale – il legale ha ricordato che “purtroppo abbiamo visto che i dati di questi ultimi giorni hanno evidenziato un alto sentore di abbandono delle attività scolastiche”, anche “della scuola dell’obbligo”.
Una circostanza derivante anche dall’ormai purtroppo accertato peggioramento della didattica dovuto al lungo periodo di attuazione di DaD. Gli ultimi dati nazionali ci dicono che anche per via del digital divide sono alcune decine di migliaia gli alunni che hanno lasciato negli ultimi otto mesi i banchi di scuola: un numero che va ad incrementare il già troppo alto tasso di abbandono della scuola (poco meno del 14%) che si registra oggi in Italia.
“Quindi – ha continuato Marzetti – è importantissimo in questo momento supportare i ragazzi, condividere con loro le scelte, cercare di spronarli. Perché stanno chiaramente vivendo quello che nessuna generazione negli ultimi anni ha mai vissuto”.
“È da circa un anno – ha detto ancora il Garante – che le scuole superiori soprattutto, ma anche alcune delle scuole con alunni più piccoli, non hanno la possibilità di frequentare la scuola in presenza o sempre con delle limitazioni. E comunque leggono e sentono in continuazione” messaggi “e segnali che spaventano gli adulti, figuriamo i giovani”.
“Anche le istituzioni devono essere presenti in questa scelta, aiutando i genitori, al fine di comprendere come è meglio parlare con i ragazzi, per condividere questo percorso e realizzare le loro aspettative”, ancora di più “in questo momento decisamente complesso”, ha concluso Marzetti.
Una presenza delle istituzioni che, come accade con l’orientamento scolastico, quest’anno si sta realizzando attraverso procedure quasi esclusivamente di tipo on line e piattaforme telematiche.
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