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Isfol: famiglia decisiva nelle scelte scolastiche dei figli

I valori trasmessi dalle famiglie dei nostri giovani in età di obbligo formativo avrebbero un’incidenza fondamentale nella scelta del percorso formativo: lo rivela l’“Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori” dopo aver condotto, in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale e la Camera di Commercio, un’indagine su 1.900 studenti delle scuole medie inferiori e superiori della provincia di Pesaro e Urbino.
Gli incroci derivanti dalle interviste realizzate durante lo studio, presentati attraverso il convegno “Orientamento: un ponte tra scuola e lavoro” svolto a Pesaro il 18 dicembre, hanno espresso risultati in parte sorprendenti: in particolare quello che uno studente su tre iscritto alla terza media sarebbe ancora indeciso sulla scuola da frequentare alle superiori. Considerando poi che oltre il 40% di questi identificherebbe nel proprio professore la fonte di orientamento migliore per ricevere le informazioni necessarie sul proprio futuro formativo, per i ricercatori dell’Isfol è evidente che ancora oggi “è la famiglia a giocare un ruolo determinante e questo implica la consapevolezza che coinvolgere i genitori nelle attività di orientamento sia un presupposto fondamentale per orientare anche i ragazzi“. Di contro, comunque, un buon 56% di alunni della scuola media inferiore avrebbe già le idee chiare: ha infatti già indicato il lavoro che vorrebbe fare in futuro.
L’Isfol ha inoltre scoperto che alle scuole superiori i ragazzi si rivolgono anche ad altri “consiglieri”, ma le cose non vanno comunque molto meglio: mentre il 47% dei maturandi ha già deciso di frequentare l’Università, “il 22% degli studenti dell’ultimo anno, a pochi mesi dalla maturità, risponde che ancora non ha le idee chiare su cosa farà dopo il diploma e che desidererebbe conoscere meglio sia il mondo del lavoro che l’offerta universitaria. Per questo si affida ad una serie di ‘fonti’ che vanno dagli amici, ai docenti universitari, fino ai consulenti dell’orientamento“. Oltre, ovviamente, ai genitori.
Risulta bassa, invece, (appena il 2%) la percentuale di studenti delle superiori intervistati che ha confidato la volontà di scegliere un corso di formazione: “percentuale che spinge a pensare – dice l’istituto rivolto ai lavoratori – ad una scarsa conoscenza da parte dei ragazzi dell’offerta formativa post diploma“. Insomma, tra i 13 e i 20 anni non è che ci sia poi così tanta differenza: il proprio futuro appare quasi una questione di poco conto da delegare agli altri.
Alessandro Giuliani

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