L’innalzamento della scolarizzazione in Italia non corrisponde ad una qualificazione complessiva della popolazione, a causa principalmente del perdurare degli abbandoni (tra i 18-24enni siamo ancora al doppio rispetto al 10% fissato a Lisbona) e dei “deludenti risultati” sul piano dell’educazione continua degli adulti (lifelong learning): sono questi i risultati più importanti contenuti nel rapporto 2008 dell’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) sui processi evolutivi e le principali tendenze dei sistemi del lavoro, dell`istruzione e formazione e delle politiche sociali.
Due, quindi, le note dolenti su cui le politiche attive dovranno concentrarsi. “Da una parte – spiega l’Isfol – i bassi livelli di qualificazione delle generazioni ultratrentacinquenni, cui si associa una scarsa propensione alla partecipazione ad attività educative e formative. Dall`altra gli ancora troppo alti livelli di dispersione. Nel 2006-2007, l`1,6% degli studenti della scuola secondaria di secondo grado ha abbandonato precocemente il percorso educativo (3,6% negli istituti professionali, contro lo 0,2% dei licei)”.
La mancata formazione degli adulti “appare tanto più grave – si legge sempre nel rapporto – considerando il basso livello di qualificazione della popolazione italiana tra i 25 e i 64 anni. Ad avere un titolo di istruzione secondaria superiore è solo il 52,3%, circa 20 punti percentuali in meno rispetto al dato medio europeo e addirittura 40 in confronto ai paesi di punta in questo campo”.
La mancata formazione degli adulti “appare tanto più grave – si legge sempre nel rapporto – considerando il basso livello di qualificazione della popolazione italiana tra i 25 e i 64 anni. Ad avere un titolo di istruzione secondaria superiore è solo il 52,3%, circa 20 punti percentuali in meno rispetto al dato medio europeo e addirittura 40 in confronto ai paesi di punta in questo campo”.
Tra i 14-18enni le cose vanno invece decisamente meglio: oltre il 92% frequenta le superiori con un leggero, ma costante, incremento nel corso degli anni. Nella stessa fascia d`età aumenta anche la percentuale degli iscritti a un corso di formazione professionale iniziale, che nell`anno formativo 2006-2007 è arrivata al 4,3% (+1% rispetto all`anno precedente).
Come sale tra i 19-24enni il numero di coloro che hanno frequentato un corso di formazione post secondaria, passando dall`1% all`1,4%. Nell`ultimo biennio, dopo alcuni anni di espansione delle immatricolazioni, sembra invece tornare a scendere la percentuale dei giovani che sceglie di proseguire il proprio percorso di studi iscrivendosi all’università. Il grado di partecipazione rimane tuttavia buono.
Come sale tra i 19-24enni il numero di coloro che hanno frequentato un corso di formazione post secondaria, passando dall`1% all`1,4%. Nell`ultimo biennio, dopo alcuni anni di espansione delle immatricolazioni, sembra invece tornare a scendere la percentuale dei giovani che sceglie di proseguire il proprio percorso di studi iscrivendosi all’università. Il grado di partecipazione rimane tuttavia buono.
Sempre secondo l’Isfol il ritardo italiano rispetto agli altri Paesi dell’area Ocse è rimasto pressoché fermo nonostante l`evoluzione positiva dei principali indicatori. L’istituto afferma che i paesi in grado di raggiungere in tutto o in parte gli obiettivi della Strategia di Lisbona sono quelli che partivano già nel 2000 con i migliori fondamentali. Una performance particolarmente buona, infatti, si riferisce al tasso di successo nella scuola secondaria superiore da parte dei giovani 20-24enni, oggi pari al 76,3%: l’obiettivo posta a Lisbona è l`85% entro il 2010, ma di questo passo, malgrado le buone performance, difficilmente potrà essere centrato.