Negli ultimi giorni l’Iraq è stato conquistato per circa un terzo del suo territorio da uno dei gruppi islamici sunniti più estremisti in circolazione, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, noto anche con la sigla “ISIS”. Oggi l’ISIS con la sua avanzata, rapida e inaspettata, ha fatto emergere i moltissimi problemi dello stato iracheno e ha intensificato le tensioni settarie tra sciiti e sunniti. L’ISIS è un’organizzazione molto particolare che si definisce come “stato” e non come “gruppo”. Usa metodi così violenti che anche al Qaida di recente se ne è distanziata.
Teorizza una guerra totale e interna all’Islam, oltre che contro l’Occidente, e vuole istituire un califfato non si sa bene dove. Ma cosa c’entra l’ISIS con scienza e scuola ? L’accostamento abbastanza ardito viene da un articolo di Massimo Fini pubblicato da Il Gazzettino.it dal titolo “Il più grave pericolo per la civiltà non è l’ISIS ma la scienza “.
Nell’articolo si fa riferimento ad una intervista pubblicata per Il Fatto Quotidiano di Ferruccio Sansa a Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’ Istituto Italiano di Tecnologia ( IIT ) di Genova. Nell’articolo sono riportate le parole di Cingolani: “Tra quindici anni avremo un robot intelligente in ogni casa. Un umanoide da 5mila euro. Una macchina che collaborerà nei lavori domestici, che curerà gli anziani, come una badante. E fra trent’ anni saremo pronti per il grande salto: un robot ricoperto di tessuti biologici, sotto la pelle fibre organiche come i muscoli, capaci di farlo muovere. Sarà forte e intelligente come noi”, commentandole come riflessioni pericolose per la civiltà, al punto da essere considerate più pericolose dell’ISIS. Nei laboratori dell’IIT di Genova si studiano, si analizzano e spesso si risolvono autentiche sfide tecnologiche, spingendo sempre più in alto l’asticella di conoscenze e competenze in ambito tecnico scientifico. In queste ricerche oltre l’aspetto puramente tecnologico trova spazio anche quello comunicativo e divulgativo, che coinvolge anche gli studenti delle scuole superiori in una rete della conoscenza fatta di seminari, articoli di settore e gare nazionali sulla robotica ( vedi la robotica educativa ).
A tal proposito si vuole riproporre una lezione svolta nell’ambito delle giornate dedicate all’orientamento scolastico presso l’ITT – LSSA di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), che ha descritto in una chiacchierata informale, i potenziali 53 gradi di libertà di un futuro Icub
Quindi, grazie a Roberto Cingolani e ai suoi collaboratori, la tecnologia dell’Icub può essere utilizzata come ispirazione nella trasmissione del sapere tecnologico in una scuola, in altre parole come base concettuale per parlare di sensori, trasduttori, microprocessori e attuatori all’interno di un programma di sistemi automatici. Tutto ciò è progresso, è studio, è condivisione di intenti per migliorare il bagaglio scientifico di un popolo. In altre parole tutto ciò è civiltà al contrario dell’odio trasmesso dalla guerra.
Vignetta a cura di Doriano