Home I lettori ci scrivono Didattica a distanza: isolati, ma connessi

Didattica a distanza: isolati, ma connessi

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Ore 21: Martina D. passa il link di zoom su whatapp al gruppo VE. La prof. Angela Carbone lo passa alla sua amica prof. Lucia Iorio che, a sua volta, lo passa alla VDu.

Un attimo solo e …….

la room è già popolata:

gli alunni del Liceo Garofano di Capua (CE) si trovano di fronte agli alunni del Liceo Parini di Seregno (MB).

Tutti si erano preparati per il sabato sera, finalmente “si esce da casa”, è un’uscita virtuale, ma è soprattutto una uscita da casa: si parte dalla Brianza, si parte dalla Terra di lavoro insieme per dialogare, per conoscere, per condividere, per incontrarsi, per confrontarsi, forse qualcuno solo per ascoltare, ma il punto comune è: finalmente questo sabato “andiamo in gita”!

Due regioni a confronto: Nord chiama Sud e Sud chiama Nord! Isolati ma connessi!

Le prof.sse Carbone e Iorio danno inizio all’insolito sabato sera, cercando di abbattere ogni reticenza comunicativa, ma si legge già negli occhi e nell’imbarazzo degli studenti la voglia di conoscersi e soprattutto la voglia di una inspiegabile estroversione.

Durano pochi attimi il saluto e la presentazione. Il ghiaccio è sciolto. Tutti si conoscono da sempre!

Giulia A. chiede: ci parlate del vostro rapporto con i prof?

Guglielmo L: come trascorrevate di solito lassù il sabato sera? Come avvertite questo cambiamento?

Aurora V: come funziona da voi la didattica a distanza? Lavorate di più o di meno?

Roberta V: ma voi a che ora cenate? Perché ci siamo visti alle 21?

L’odore del “sabato sera” aveva rimpiazzato ogni solitudine e Roberta V. continua: perché i miei nonni sono pugliesi e noi abbiamo conservato l’abitudine di cenare più tardi; magari potremmo vederci più tardi!

Giulia A: ma sei da tanti anni in Brianza e non hai acquisito le nostre abitudini! Noi ceniamo prima qui.

Anche le abitudini specificamente regionali diventano tematica sulla quale confrontarsi, e… il primo silenzio si riempie di voci che si accavallano. Tutti vogliono parlare, chiedere, rispondere.

Angela M. interviene e dice alzando la voce: ragazzi, parliamo uno per volta – e stranamente quello è il momento più bello e coinvolgente. Tutti sorridono! Nessuno si sarebbe aspettata tanta loquacità.

Poi qualcuno nomina l’amata pizza, si vede da dietro la cam qualche fratellino incuriosito, forse di scuola primaria, che tra stupore e desiderio di partecipazione vuole intervenire.

Poi Mariapia T. vuole la movida, “abbraccia” la sua chitarra e si comincia: da Tiziano Ferro a Ultimo, da Pino Daniele al canto Alleluya. Qualcuno comincia a muoversi al ritmo e nessuno si accorge che le diverse connessioni non rendono la coralità, ma che importa!

È una movida virtuale, ma tutti dimenticano il tempo, mentre le distanze si eliminano, la quarantena si dimentica, la virtualità viene cancellata.

Laura N. si dirige in frigorifero, prende una fetta di torta e comincia a mangiare, come se fosse stato il momento della consumazione in una discoteca. Ma nessuno lo nota, perché è il momento che lega.

Ogni aspettativa delle due docenti è superata e gli studenti gestiscono “lo spazio di socialità” in modo autonomo.

I 40’ di connessione di Zoom Meeting sono scaduti ben tre volte, ma gli studenti si passano tra loro immediatamente il link della room e quasi nessuno si accorge dell’interruzione. Tutti riprendono dall’ultima parola proferita, ma poi….. alle 23.30 ecco che il silenzio è rotto: c’è un’edizione straordinaria, parlerà il Presidente Conte. Cade il silenzio tombale, ma quel silenzio è rotto da una sola voce: ci rivediamo? Stabiliamo un tema su cui discutere: ricette tipiche, musica preferita, film, giochi online o altro….

Ci si saluta e qualcuno dice: non aspettiamo sabato, ma rivediamoci martedì prossimo con la partecipazione di più studenti, affinché #iorestoacasa ma esco lo stesso.

Cari docenti, la scuola non è solo DaD, ma oggi, come non mai, deve essere anche “connessione”, affinché ogni istituzione scolastica non sia un’isola che promuova esclusivamente lezioni e compiti da svolgere. Gli studenti sono anche “anima” e, in quest’epoca buia, forse lo sono ancora di più.

Angela Barbara Carbone

Lucia Iorio