Qualche giorno fa abbiamo parlato della notizia relativa ad una precaria di 64 anni che ha accettato di insegnare in una scuola dove nessuno voleva farlo, alle Isole Tremiti, consentendo di tenerla aperta. La donna, come riporta Il Fatto Quotidiano, si è lamentata di alcuni aspetti.
“Ormai lo sa tutt’Italia della mia scelta di venire ad insegnare alle isole Tremiti. Se qualcuno vuol darmi una mano è il benvenuto perché mi sarei aspettata una maggiore collaborazione dalle istituzioni per agevolare la mia presenza qui”, ha detto.
“Qui gli affitti sono cari. La sindaca mi ha contattato per ringraziarmi, ma mi ha detto che non poteva fare nulla per me. Le case hanno dei costi alti sia d’estate che in inverno quando arrivano le ditte per fare lavori agli hotel. E poi tornare a casa non è facile. Se prendo l’elicottero che va a Foggia, me lo devo pagare. Se attraverso il mare con il traghetto, devo sperare che non sia mosso”, ha aggiunto.
Ovviamente per lei i disagi non sono da poco, visto che risiede sulla terraferma, in provincia di Foggia. Non si è trattata di una decisione a cuor leggero: “Sapevo che attraverso le graduatorie provinciali di supplenza cui sono iscritta da qualche anno sarei finita in provincia di Foggia, ma non mi sarei mai aspettata un luogo da non poter raggiungere in auto – spiega la docente – Quando una mia amica leggendo il codice meccanografico della scuola mi ha detto che sarei stata destinata qui mi è caduto il mondo addosso ma non mi sono potuta rifiutare. Mi spiace aver lasciato la mia città, la mia parrocchia, i miei figli”.
La nota positiva? L’accoglienza isolana: “È stato bello in questi primi giorni stare con i bambini e i loro genitori all’aria aperta. Qui tutti si conoscono. Quando passo per la strada tutti mi salutano. C’è un’atmosfera calda. Mi servirà un po’ di tempo… forse quest’intervista dovrebbe farmela a fine anno per capire com’è andata”, ha detto.
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