Doveva rappresentare la prima grande riforma della scuola già dal 2011, anno di nascita del «Sistema nazionale di valutazione», divenuto operativo con il Dpr 80 del 2013, ma si aspetta ancora l’implementazione di quella schiera di ispettori, conosciuti anche come “dirigenti tecnici” che rendano effettiva l’ “operazione trasparenza”, a vantaggio di famiglie e studenti.
Il Sole 24 Ore riprende una vecchia questione su cui ancora grava la nube della inefficienza e delle promesse mancate.
“Ma cosa sta frenando il decollo definitivo del «Sistema nazionale di valutazione», che come si ricorderà è composto da tre gambe, Invalsi, Indire, ispettori ministeriali?”
“A essere indietro”, segnala l’associazione TreeLLLe alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, “è la terza gamba del sistema, quella degli ispettori ministeriali: a fronte di un organico (sulla carta) di 191 profili, attualmente se ne contano 56 a tempo indeterminato più 68, a termine, con contratti triennali, per una spesa complessiva di appena 7 milioni di euro. Una inezia tenendo conto che ogni anno il Miur spende circa 50 miliardi per l’intero settore istruzione. Il nostro Paese, nonostante i passi avanti negli ultimi tre anni (anche grazie alla legge 107), si conferma indietro nel confronto internazionale.
In Inghilterra, per esempio, si contano 160 ispettori a tempo pieno, più 1.600 part-time, ed è dotata di un Ispettorato autonomo e indipendente. Come, pure, i Paesi Bassi, qui gli ispettori sono 480; o la Repubblica Ceca, 275 ispettori, più 67 “auditors”. Tutti e tre questi Paesi investono più del nostro nella valutazione, rispettivamente 44 milioni, 64 milioni, 12,2 milioni, con visite che si svolgono nell’arco di 4/5 giorni, interessando tutti professori, famiglie, studenti.
«Ecco perchè TreeLLLe propone di costituire un Ispettorato, interno al ministero dell’Istruzione, ma dotato di forte autonomia, così come esiste in tantissimi Stati stranieri – spiega Attilio Oliva -. L’obiettivo è assicurare la qualità di tutte le scuole, statali e non, a garanzia delle famiglie. I costi? Sono davvero irrisori: il nuovo Ispettorato avrebbe infatti bisogno di circa 400 ispettori, per una spesa di 50 milioni».
«Quello dei dirigenti tecnici, i cosiddetti ispettori, è un tema rilevante, anche per questo c’è stato un primo impegno per incrementarne i numeri – sottolinea la ministra, Valeria Fedeli -. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che proprio l’introduzione di strumenti come il rapporto di autovaluazione ha consentito al ministero di avere un flusso importantissimo di informazioni sulla capacità delle scuole di innovare e innovarsi. In questo senso i dirigenti tecnici rappresentano non solo un pezzo del sistema di valutazione, ma personale a supporto dell’attività di miglioramento delle scuole».
«Il modello italiano di valutazione delle scuole non prevede infatti premi e sanzioni – ricorda Damiano Previtali, a capo dell’ufficio Valutazione del Sistema nazionale di istruzione e formazione del Miur – . Si punta piuttosto su un processo di autoanalisi e predisposizione di piani di miglioramento condotto dagli stessi istituti che in questo modo sono protagonisti del loro miglioramento come è necessario nei sistemi caratterizzati da autonomia e responsabilità».
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