A proposito delle novità che regolano la professione di Ispettore tecnico nella scuola pubblica italiana, riceviamo e pubblichiamo l’intervento della dottoressa Gabriella Scaturro, dirigente tecnico presso l’USR di Napoli, già Dirigente Scolastico del I Circolo Didattico “Giovanni XXIII” di Sciacca (provincia di Agrigento).
Le modalità di esercizio della funzione ispettiva tecnica sono determinate, ai sensi del combinato disposto dell’art. 9 del D.P.C.M. n. 98 del 2014 e dell’art. 3, comma 2, del D.M. n. 753 del 2014, con apposito Atto di indirizzo del Ministro. Dopo otto anni dall’ultimo, il D.M. n. 60 del 23.07.2010, firmato dall’allora Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, il MIUR ha finalmente emanato l’Atto di indirizzo per l’esercizio della funzione ispettiva tecnica mediante il D.M. n. 1046 del 28 dicembre 2017, recentemente registrato dalla Corte dei Conti, che reca la firma del Ministro Valeria Fedeli.
I tempi erano maturi per il rinnovo soprattutto a motivo del cambiamento dello scenario culturale e normativo italiano e dell’esigenza, diventata cogente perché mai risolta, della ridefinizione della funzione ispettiva. Il nuovo Atto di indirizzo, come specifica in sintesi, la nota di trasmissione datata 11.04.2018 a firma del Capo Dipartimento MIUR, Rosa De Pasquale, “rafforza il ruolo della funzione dirigenziale tecnica nei processi di attuazione del Sistema nazionale di valutazione e conferma la centralità della funzione ispettiva tecnica nell’azione di supporto all’attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche sottolineando, in proposito, la necessaria relazione sinergica che deve intercorrere tra l’esercizio dei compiti affidati al Corpo ispettivo e l’azione amministrativa affidata alle strutture centrali e territoriali dell’Amministrazione”.
La stagione che viviamo è sempre più gravida di problemi irrisolti che spaziano dall’etica alla politica, ma che abbracciano anche l’economia e la cultura; preoccupano ed occupano le pagine della cronaca, purtroppo sempre con maggiore frequenza, i temi dell’emergenza educativa, del bullismo, del cyberbullismo e della violenza, mentre appare sempre più pressante l’esigenza di riconoscimento e di valorizzazione delle identità e dei ruoli professionali interni al sistema educativo e scolastico nel Paese.
Molti sono, inoltre, i cambiamenti che la Legge n. 10/2011 e la Legge 107/2015, in particolare, hanno apportato al sistema educativo di istruzione e formazione; con la prima, infatti, si è dato avvio al Sistema Nazionale di Valutazione, mentre la seconda, la Legge n. 107 del 2015, ha introdotto nel sistema-scuola snodi tematici ed operativi di grande interesse, ma non scevri da complessità, quali l’autonomia scolastica incentrata, in modo particolare, sull’innovazione digitale, sulla didattica laboratoriale e sull’alternanza scuola lavoro, ma anche l’organico dell’autonomia, l’attenzione al miglioramento ed al merito, un più rilevante profilo del Dirigente scolastico, la formazione e l’aggiornamento professionale obbligatorio, anche con un budget.
In questo clima denso di fermenti innovativi, ma anche di conflitti e di esigenze di negoziazione, il Ministero, riconoscendo l’importanza e la necessità della funzione ispettiva, le riaffida molti dei compiti individuati dal precedente Atto di indirizzo quali il sostegno e l’accompagnamento all’autonomia scolastica, la formazione del personale dirigenziale e docente, la realizzazione delle ispezioni, nella logica dell’innovazione delle scuole di tutto il territorio nazionale e della stretta sinergia, di azione, ricerca e studio, con l’Amministrazione.
E’ in tale logica, centrata sull’ineludibile e vitale esigenza del miglioramento della qualità del sistema formativo in un imprescindibile confronto europeo, che il Corpo ispettivo opera, sempre in posizione di dipendenza funzionale del Capo Dipartimento per l’Istruzione, per il servizio ispettivo tecnico centrale, e della dirigenza regionale, a livello periferico.
Come sottolinea il D.M. 1046/2017, “il Servizio Ispettivo Tecnico costituisce parte integrante del Sistema Nazionale di Valutazione di cui concorre a realizzare gli obiettivi, in collaborazione con gli altri soggetti individuati dal D.P.R. 80/2013”.
Le sue nuove e specifiche mansioni, pertanto, riguardano la partecipazione alla realizzazione ed allo sviluppo del SNV, secondo quanto previsto dal D.P.R. 80/2013, mediante “il coordinamento dei nuclei di valutazione delle scuole” e curando “il coordinamento dei nuclei di valutazione dei Dirigenti scolastici in applicazione della Direttiva n. 36/2016”.
I dirigenti tecnici “partecipano ai Nuclei di supporto al SNV ed ai gruppi tecnici per la valutazione costituiti presso l’Amministrazione centrale e periferica, contribuiscono alle attività di formazione nell’ambito del SNV”, assicurando “un supporto tecnico-scientifico per le tematiche ed i processi definiti dall’Amministrazione al fine di fornite consulenza sui vari aspetti riguardanti le aree prioritarie della politica scolastica”.
La funzione ispettiva tecnica, come ribadito dal nuovo Atto di indirizzo, “è esplicata unitariamente, seppur operi e sia ripartita in ambito centrale e periferico, in coerenza con gli obiettivi generali del sistema educativo nazionale di istruzione e formazione e con le priorità definite dalle Amministrazioni scolastiche territoriali”.
Ferma restando l’autonomia dei dirigenti tecnici che svolgono la funzione ispettiva, il Corpo ispettivo si avvale di una Segreteria Tecnica di coordinamento, a livello di Amministrazione centrale, cui è preposto un Coordinatore nazionale, ed è coordinato, altresì, da un Coordinatore regionale a livello di ciascuna Amministrazione periferica.
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