La scuola in allarme per fare luce sul grave episodio avvenuto a Muravera, in Sardegna, dove una “bulletta” ha aggredito una sua coetanea mentre altri studenti dell’istituto Enogastronomico hanno assistito alla scena senza fare nulla, anzi qualcuno ha filmato tutto e il video è finito su Facebook.
Un filmato virale che nel giro di una giornata ha toccato oltre 3,8 milioni di visualizzazioni, 76mila condivisioni e migliaia di commenti.
Il direttore generale dell’Ufficio scolastico della Sardegna ha affidato l’incarico per una ispezione nell’istituto a cui appartengono protagonista, vittima e spettatori dell’aggressione.
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“Abbiamo chiesto subito al dirigente scolastico una relazione dettagliata – dice all’ANSA il direttore – ho affidato l’incarico per una ispezione. Vogliamo capire se già in precedenza c’erano state avvisaglie della situazione, vogliamo verificare ogni cosa, saranno sentiti i genitori delle due ragazze. Al termine di tutto si valuterà la situazione e le eventuali sanzioni”.
Ma è pure arrivata la polizia postale anche se il caso è in mano ai carabinieri della Compagnia di San Vito che ha già fatto acquisire il video.
“Da parte nostra c’è la condanna assoluta del soggetto protagonista dell’aggressione ma ancora di più per chi stava lì e non ha fatto nulla la logica del branco è agghiacciante”: il direttore dell’Usr conferma l’impegno nella prevenzione. “Noi facciamo tanto, tantissimi incontri nelle scuole ma avvieremo iniziative specifiche in più per quella scuola, perché da come si vede non c’è la sensibilità adeguata e la coscienza sul fenomeno”.
Anche l’ufficio scolastico provinciale di Cagliari ha subito contattato i vertici dell’istituto. “Abbiamo scritto al dirigente chiedendo- riporta Ansa- dopo gli accertamenti e le verifiche sull’episodio, di provvedere ai sensi della normativa disciplinare nei confronti dei protagonisti”.
Intanto il contenuto del video non è più disponibile, come annuncia un portavoce di Facebook che nel pomeriggio ha fatto sparire dalle pagine del social network il filmato-choc sulla ‘bulletta’ di Muravera. Un video che in una sola giornata è stato visualizzato da oltre 3,8 milioni di utenti, con più di 75 mila condivisioni. La rimozione era stata sollecitata anche dal presidente del Centro studi Domino che si occupa di violenza di genere e disagio relazionale.
“Bullismo, su caso #Muravera @MiurSocial già attivo. Invieremo esperti per parlare con ragazzi e famiglie. Non possiamo restare indifferenti”: così ha scritto su Twitter la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini. Il ministero ha già attivato il protocollo di azione previsto dal Piano Nazionale per prevenire e combattere il bullismo e il cyberbullismo in classe lanciato lunedì scorso, 17 ottobre, dal ministro Giannini in occasione della firma del Protocollo d’Intesa con la Presidente della Camera Laura Boldrini.
La Direzione generale per lo Studente, come previsto dal Piano, invierà la task force di psicologi, educatori del servizio SOS Il telefono azzurro, docenti universitari dell’Università degli studi di Firenze che insieme a rappresentanti della Polizia postale, in accordo con il dirigente scolastico, si recheranno nell’istituto alberghiero della cittadina sarda “per offrire – spiegano a viale Trastevere – un supporto immediato, agli studenti, ai docenti e alle famiglie coinvolte, attraverso percorsi di analisi dei bisogni e gestione della criticità”. L’obiettivo è “parlare a tutta la comunità perché nessuno resti indifferente”.
Nel frattempo, riporta Ansa, è stata disposta una ispezione per verificare se c’erano state avvisaglie in precedenza.
L’episodio di bullismo nell’istituto alberghiero di Muravera (Cagliari), documentato con uno smartphone e postato sui social network, rappresenta “un atto grave, che mi ha lasciato molto colpita non solo come assessore ma anche come cittadina per il modo in cui ne siamo venuti a conoscenza ossia la diffusione su internet”. Lo ha detto l’assessora regionale della Pubblica istruzione, rispondendo alle domande dei cronisti.
“Immagini sconvolgenti con un impatto emotivo molto importante, ne ho viste molte ma in questo caso ci sono tutti gli indicatori tipici del fenomeno bullismo, o meglio si tratta di un caso di cyberbullismo: c’è l’aggressore, ci sono quelli che osservano, c’è la vittima che patisce e soprattutto, ed è la cosa più preoccupante, c’è la scarsa empatia di tutti coloro che assistono e neanche per un attimo aiutano la ragazza”: così esponenti politici della Regione Sardegna.
“Per combattere il fenomeno – sottolinea un esperto – bisogna allacciare un dialogo con il mondo giovanile. Questo fatto è avvenuto lontano dagli adulti, ma sono loro che devono dare le indicazioni e fare in modo che episodi come questi non avvengano più. Per questo caso ci vuole una punizione esemplare, non bisogna parlare di ragazzate”. Sul fenomeno i dati sardi sono allarmanti. “Sono superiori mediamente del 4-5% rispetto ad altre zone d’Italia e d’Europa sia rispetto al bullismo che al cyberbullismo”