“OKkio alla Salute”, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e Promozione della Salute (CNaPPS) dell’Iss, che è stato di recente designato come centro di riferimento Oms sull’ Obesità infantile, ha pubblicato i numeri dell’obesità infantile durante il convegno “Stili di vita e obesità nei bambini: i dati italiani di Okkio alla salute e il confronto con l’Europa”, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità e ministero della Salute.
L’Italia è tra i paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare con una percentuale di bambini in sovrappeso del 20,4% e di bambini obesi del 9,4%, compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4%. Le femmine in sovrappeso e obese sono rispettivamente il 20,9% e l’8,8%, mentre i maschi sono il 20,0% e il 9,9%.
Secondo l’indagine dell’Iss, che ha coinvolto, come negli anni precedenti, più di 50mila bambini e altrettante famiglie, i genitori hanno riportato che quasi un bambino su due non fa una colazione adeguata al mattino, uno su 4 beve quotidianamente bevande zuccherate/gassate e consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno. I legumi sono consumati meno di una volta a settimana dal 38% dei bambini e quasi la metà dei bambini mangia snack dolci più di 3 giorni a settimana.
Anche sull’attività fisica sarebbe necessario maggiore impegno: un bambino su 5 non ha fatto attività fisica il giorno precedente l’intervista, più del 70% non si reca a scuola a piedi o in bicicletta e quasi la metà trascorre più di 2 ore al giorno davanti alla TV, al tablet o al cellulare. Rispetto alle ore di sonno quasi il 15% dorme meno di 9 ore per notte.
Per Joao Breda, responsabile dell’Oms per l’Europa, un ruolo importante sul fenomeno, quest’anno lo ha avuto la pandemia da Covid 19 che “ha sicuramente avuto un impatto sull’obesità infantile, rendendo molto difficile seguire le raccomandazioni dell’Oms su un corretto stile di vita come lotta all’obesità tra i bambini”. E’ stato difficile se non impossibile “fare movimento all’aria aperta, avere accesso ai cibi freschi, seguire i programmi alimentari scolastici”. Al contrario “ha incrementato il tempo trascorso davanti agli schermi e ha aumentato il ricorso ai sostituti del latte materno”. Queste problematiche “sono particolarmente evidenti in alcuni Paesi e gli effetti si vedranno per un po'”.
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