Istat: a 4 anni dal diploma il 16% dei giovani né studia né lavora

Ancora pessime notizie per i giovani italiani. Il 27 dicembre l’Istat ha reso pubblico il dato che a quattro anni dal diploma meno della metà dei giovani italiani ha un lavoro. Lo scorso anno risultava occupato il 45,7% dei diplomati che hanno conseguito il titolo nel 2007. Di questi, 8 su 10 svolgevano un lavoro di tipo continuativo, cioè un lavoro svolto con cadenza regolare, anche se di durata a termine. Mentre il 16,2% era in cerca di lavoro e solo il 33,7% era impegnato esclusivamente negli studi.
Si tratta di dati ufficiali, contenuti nell’indagine 2011 sui ‘Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati’. È significativo che rispetto alla precedente edizione dell’indagine (condotta sui diplomati del 2004 intervistati a tre anni dal titolo), la quota degli occupati si riduce di circa 5 punti percentuali (nel 2007, infatti, era superiore al 50%).
Nelle regioni del Mezzogiorno la quota di diplomati disoccupati a quattro anni dal titolo è più che doppia rispetto a quella che si rileva nelle regioni settentrionali (23% rispetto al 10,6% nel Nord-ovest e al 9,1% nel Nord-est). A tal proposito, nella stessa giornata Confindustria e Studi e Ricerche per il Mezzogiorno hanno rilevato, attraverso il Check-up Mezzogiorno, che il calo dell’occupazione e le crescenti difficoltà economiche delle famiglie stanno determinando una vera “emorragia di capitale umano” nel Mezzogiorno: sono sempre di più, infatti, quelli che decidono di lasciare il Sud Italia per andare a vivere nel Centro-Nord o all’estero (110mila nel solo 2010). “Peraltro il Mezzogiorno non utilizza gran parte del capitale umano che resta sul territorio: i giovani con età compresa tra 15 e 24 anni che non studiano o non lavorano rappresentano il 33% del totale, contro il 25% registrato in Italia”.
L’indagine contiene anche indicazioni importanti sul proseguo degli studi post-diploma. A quattro anni dall’immatricolazione all’università – rileva l’indagine dell’Istat – poco meno del 14% ha già conseguito una laurea di I livello, mentre quasi il 9% ha interrotto e abbandonato gli studi. L’abbandono degli studi universitari avviene più frequentemente tra i giovani che si sono diplomati negli istituti tecnici e nei corsi dell’istruzione magistrale (oltre l’11%), mentre tra i liceali la percentuale di interruzione degli studi è inferiore al 6%. Sono le ragazze a mostrare una maggiore propensione a proseguire gli studi: le diplomate che si iscrivono all’università sono quasi il 70% a fronte del 57% dei diplomati maschi. Ma a quattro anni dalla fine degli studi secondari superiori, le giovani diplomate in cerca di occupazione sono pari al 18,1%, una percentuale superiore di quattro punti rispetto a quella dei maschi (14,2%).
C’è poi un altro dato indicativo, riguardante sempre la situazione dei nostri giovani a 48 mesi dal diploma: quello che otto ragazzi su dieci vivono ancora in famiglia. Nel dettaglio, l’82,3% dei diplomati vive per lo più ancora nella casa dei genitori, solo il 5,5% vive da solo, poco meno del 5% ha formato una nuova famiglia e il 6% convive con amici.
Ad influenzare il ritardo al passaggio a una vita indipendente sono sicuramente le condizioni economiche. Tuttavia, ben un quarto dei diplomati non è interessato a lasciare la propria famiglia. “Oltre la metà dei giovani intenzionati a prolungare la loro permanenza nella famiglia di origine – rileva l’Istat – lamentano una condizione occupazionale insoddisfacente: il 25,8% è senza lavoro o ha un’occupazione di tipo precario, mentre il 24,9% non possiede un reddito mensile sufficiente per affrontare i costi di una vita autonoma. Il 22,7%, pur intenzionato a vivere da solo, vuole prima terminare gli studi, mentre circa un quarto dei diplomati dichiara di non essere interessato a una vita indipendente”.
Alessandro Giuliani

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