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Istat: ai laureati che insegnano le buste paga più magre

Che facoltà universitaria scegliere dopo il diploma di maturità, al via tra una decina di giorni per 450 mila studenti? Il consiglio è sempre lo stesso: seguire i propri interessi, perché senza passione diventa tutto più difficile. È sempre bene sapere, soprattutto in periodi di difficoltà nel trovare una valida collocazione lavorativo, come quello che stiamo vivendo, che ci sono settori che garantiscono una maggiore spendibilità del titolo accademico. Anche perché affrontare sacrifici per anni e ritrovarsi disoccupati non è certo una bella prospettiva.
Ecco perché sono preziose le indicazioni che arrivo sulle percentuali di impiego dei nostri giovani laureati. Da diversi anni le statistiche ci dicono che hanno più chance di trovare un impiego con contratto, nel medio periodo, coloro che hanno acquisito titoli di tipo scientifico e medico.  Ora l’Istat, attraverso un report dal titolo ‘I laureati e il lavoro’, ci dice anche che questo genere di studi garantiscono anche una maggiore remunerazione.
“A circa quattro anni dalla laurea triennale – sostiene l’istituto di statistica – i giovani che svolgono un lavoro continuativo e a tempo pieno iniziato dopo il conseguimento del titolo guadagnano in media circa 1.300 euro. Più elevato è lo stipendio mensile netto dei laureati in corsi a ciclo unico e specialistici biennali (1.407 euro)”.
Tra quanti hanno conseguito un titolo triennale, nei primi posti della graduatoria si collocano gli stipendi dei laureati nel gruppo difesa e sicurezza (1.622 euro) seguiti da quelli delle professioni sanitarie afferenti al gruppo medico (1.466 euro). A guadagnare di meno sono i giovani usciti dai gruppi insegnamento, letterario, architettura e geo-biologico (meno di 1.200 euro). Lo stipendio percepito dalle laureate è sistematicamente inferiore a quello degli uomini, con un differenziale particolarmente consistente (intorno ai 200 euro) tra quanti provengono da corsi del gruppi agrario ed educazione fisica.
Ancora più alto il divario economico per chi, sempre dopo quattro anni, ha frequentato con esito positivo dei corsi di laurea a ciclo unico o specialistici biennali: con questi titoli, a guadagnare di più sono i laureati del gruppo medico (1.818 euro), seguiti da quelli dei gruppi difesa e sicurezza (1.783) e ingegneria (1.559). Lo stipendio mensile dei laureati del gruppo medico, in particolare, è superiore di oltre 600 euro a quello dei laureati del gruppo insegnamento, che registrano il guadagno più basso (1.188 euro al mese). Ed anche in questo caso le remunerazioni degli uomini sono sempre più elevate rispetto a quelle delle laureate, con differenziali superiori ai 180 euro nei gruppi linguistico, educazione fisica, scientifico ed economico-statistico.
Insomma, fare l’insegnante non solo comporta grosse incertezze sui tempi e sui luoghi di collocazione. L’Istat fa notare che rispetto ad altre professioni il gap economico – anche di diverse centinaia di euro in meno – rimane davvero alto. Eppure in tanti, tantissimi, continuano a puntare sull’insegnamento. Forse perché la passione prevale sul raziocinio?
Alessandro Giuliani

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