Si parte dalla “spesa media effettiva sostenuta dalle famiglie per servizi per l’istruzione” e si scopre che i genitori sono disposti a pagare per le ripetizioni private, accollandosi una spesa media di 142 euro l’anno, cosicchè se si conteggiano tutte le famiglie italiane si arriva a 3,6 miliardi di euro solo per le lezioni extrascolastiche.
Per quanto riguarda invece le spese per le tasse scolastiche, sarebbero pari a 311 euro a famiglia, mentre le rette alle scuole private, oltre a essere aumentate del 23%, sono pari a una media di 350 euro al mese.
Ma cala inesorabile la spesa per i dipendenti pubblici di 7,8 miliardi di euro in 3 anni, tra il 2010 e il 2013.
Il calo è pari al 4,5%. In valori correnti le uscite per i redditi da lavoro dipendente sono scese da 172,548 a 164,747 miliardi. I nuovi dati dell’Istituto si statistica non fanno quindi che confermare la riduzione della spesa per il pubblico impiego, che risente del blocco del turnover e, soprattutto, del blocco della contrattazione, partito proprio nel 2010.
In pratica la voce di spesa è tornata ai livelli del 2007. Una ibernazione dei redditi che, tradotta in potere d’acquisto delle singole famiglie, corrisponde ai 5 mila euro medi che ogni statale, secondo i calcoli della Cgil, avrebbe perso dal 2010 ad oggi. Anni di blocco dei contratti — fermi per quanto riguarda la parte economica da cinque anni a questa parte — e di blocco del turn over. La tanto contestata misura che ha fatto lievitare il numero di precari nello Stato (300 mila) e che innalzato fino a 57 anni l’età media della categoria.
Solo nell’ultimo anno la contrazione è stata pari a 1 miliardo 415 milioni di euro. Guardando nel dettaglio alle retribuzioni lorde, al netto dei contributi a carico della Pa, le uscite sono diminuite di 6 miliardi 751 milioni di euro, sempre nel confronto tra il 2010 e il 2013 (-5,5%)