Nell’a.s. 2020/2021 una quota considerevole di scuole, l’81 per cento, ha attivato la didattica da remoto almeno una volta nel corso dell’anno, e soltanto il 3 per cento delle scuole ha svolto esclusivamente lezioni in presenza.
Inoltre, solo l’1 per cento degli studenti non è riuscito a prendere parte alle lezioni online, senza significative differenze tra gli ordini scolastici e sul territorio, a fronte dell’8 per cento nel periodo marzo-giugno 2020. A questo risultato ha contribuito l’impegno delle scuole per dotare di dispositivi informatici gli studenti che ne erano privi. Nell’a.s. 2020/2021, circa il 7 per cento degli iscritti ne ha fatto richiesta con minime differenze tra gli ordini scolastici.
Questi sono i dati contenuti nel Rapporto annuale Istat 2022 – La situazione del Paese.
Nel capitolo 4, Le diverse forme della disuguaglianza, c’è un intero paragrafo dedicato alla DAD.
La domanda è stata più elevata nelle regioni del Sud (9 per cento), con punte massime in Basilicata e Calabria (rispettivamente 16 e 13 per cento degli alunni iscritti), e più contenuta nelle regioni del Nord (6,5 per cento), in particolare a Bolzano (3,6 per cento).
Nella quasi totalità dei casi (94 per cento) la scuola è riuscita a fornire la strumentazione richiesta, Umbria e Molise le regioni più virtuose con il 99 per cento di richieste soddisfatte.
La mancanza di dotazioni tecnologiche in grado di supportare la didattica a distanza ha rappresentato un problema anche per le scuole, che si sono dovute attrezzare velocemente.
Secondo quanto riportato dai dirigenti scolastici nell’ambito dell’Indagine Istat “bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri”, poco più del 60 per cento delle scuole secondarie disponeva di un ambiente virtuale/piattaforma per la condivisione dei materiali didattici (escludendo il registro elettronico) già prima della pandemia; nel 38,8 per cento dei casi, inoltre, lo utilizzava solo una parte dei docenti. Quasi il 90 per cento degli istituti privi di tali ambienti/piattaforme sono comunque riusciti ad attivarli nel periodo marzo-giugno 2020 e un ulteriore 10 per cento lo ha fatto durante l’a.s. 2020/2021, seppur con molte difficoltà.
Le principali criticità segnalate dai dirigenti scolastici sono l’inadeguatezza della connessione Internet della scuola (50 per cento) e la mancanza di spazi adatti a garantire il distanziamento (45,8 per cento).
C’è da evidenziare anche una differenza territoriale: mentre nelle regioni settentrionali quasi un dirigente su quattro non ha segnalato alcuna difficoltà, la quota scende al 18,5 per cento nel Mezzogiorno e al 13,2 per cento nel Centro. In particolare i problemi di connessione sono riportati dal 55 per cento dei dirigenti del Centro-sud a fronte del 45 per cento dei dirigenti del Nord.
Analogamente un dirigente su quattro delle scuole del Centro-sud lamenta l’insufficienza di hardware e software, contro il 16,5 per cento del Nord-est e il 13,2 per cento del Nord-ovest.
Secondo quanto riporta l’Istat, seguire la didattica a distanza non è stato facile per nessun ragazzo delle scuole secondarie: il 67,7 per cento preferisce la didattica in presenza, solo l’11,9 per cento quella a distanza e il 20,4 per cento non ha preferenze; ben i due terzi dichiarano di aver riscontrato maggiori difficoltà in alcune materie (il 62,5 per cento per la matematica), quota che sale al 72,2 tra gli alunni delle secondarie di secondo grado e scende al 56,3 per cento per quelli delle secondarie di primo grado.
L’apprezzamento della didattica a distanza riguarda specifici aspetti, quali la minore durata delle lezioni (47,3 per cento) o il fatto che siano meno impegnative (40,9 per cento).
Al contrario, uno degli aspetti negativi si riferisce alla minore possibilità di interazione con i compagni di scuola (il 60,8 per cento) e quindi al ruolo della scuola come luogo di socializzazione, relazione e incontro, di pari importanza rispetto all’apprendimento. La mancanza dei compagni di classe durante la didattica a distanza è stata molto sentita dal 49 per cento dei ragazzi e abbastanza sentita da un ulteriore 37,2 per cento, in particolare tra le ragazze o gli alunni delle scuole secondarie di primo grado.
Seppure meno diffusa, è stata avvertita anche la mancanza di contatto con i docenti: il 22,8 per cento dei ragazzi dichiara di avere sentito molto la mancanza degli insegnanti e il 46,8 per cento di averla sentita abbastanza.
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