Quasi la metà, 2,3 milioni di persone, si trova al Sud e di questi poco più di 1 milione è di minore età. Aumentano inoltre le famiglie che comprano meno o che scelgono di acquistare prodotti di qualità inferiore per risparmiare: sono ormai il 65%.
Per l’istituto di statistica l’aumento dell’Iva determinerà una crescita dei prezzi in autunno.
Lo sconto di imposta medio stimato dall’istituto, per il taglio del cuneo fiscale, è pari 116 euro annui per beneficiario. Il paradosso, secondo l’Istat è che sono le famiglie più ricche a beneficiare di più degli sconti sul cuneo fiscale, perché hanno più occupati. E tutto questo mentre la Corte dei conti boccia la legge di Stabilità indicando “evidenti rischi per l’equità” dal taglio del cuneo fiscale a “esclusivo vantaggio per i ricchi“.
Cala il Pil anche nel terzo trimestre. -1,8% nel 2013 e cala anche l’occupazione nelle grandi imprese che ad agosto registra un -1,5%
Il presidente facente funzioni dell’Istat Antonio Golini in audizione al Senato sulla Legge di stabilità ha spiegato come, specie nell’ultimo anno, l’aumento si estenda anche a fasce di popolazione che, tradizionalmente, presentano una diffusione del fenomeno molto contenuta grazie al tipo di lavoro svolto e/o al secondo reddito del coniuge.
“Il peggioramento è, però, particolarmente marcato quando la persona a capo della famiglia non è occupata – l’allungamento della durata della disoccupazione rende la situazione di chi è alla ricerca di lavoro particolarmente critica, – per le famiglie numerose, soprattutto quelle con almeno tre figli, in particolare se minori, e per le famiglie monoparentali“, osserva.
Contestualmente, è ulteriormente peggiorato l’indicatore di grave deprivazione materiale che aveva mostrato un deterioramento già nel 2011 e che è raddoppiato nell’arco di due anni. Secondo l’Istat, quasi la metà dei poveri assoluti (2 milioni 347 mila) risiede nel Mezzogiorno (erano 1 milione 828 mila nel 2011). Di questi oltre un milione (1,058) sono minori (erano 723 mila nel 2011) con un’incidenza salita in un anno dal 7 al 10,3 per cento. La crescita dell’incidenza della povertà assoluta va dagli oltre 8 punti percentuali, quando il capofamiglia è in cerca di lavoro (dal 15,5 al 23,6 per cento), ai 5,8 punti tra le coppie con tre o più figli (dal 10,4 al 16,2 per cento, con un incremento di oltre 6 punti se i figli sono minori), ai quasi 5 punti percentuali (dal 12,3 al 17,2 per cento) per le famiglie con cinque o più componenti. L’incremento scende a 3 punti percentuali per le famiglie con quattro componenti (dal 5,2 all’8,3 per cento ed a quasi 2 punti (dal 4,7 al 6,6 per cento) per quelle con tre componenti.
Anche Coldiretti in base a una analisi dell’ottobre 2013 rileva come “il 10 per cento delle famiglie italiane non arrivi a fine mese, mentre il 45 per cento non riesca a risparmiare perché riesce a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi”.
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