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Istat, l’incidenza della povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio. Colpiti soprattutto i minori

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L’incidenza della povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento (p.r.) della famiglia; se quest’ultima ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore, l’incidenza è pari al 4,0%, e raggiunge il 12,5% se ha al massimo la licenza di scuola media, in peggioramento rispetto al 2021.

A dirlo è l’Istat, che oggi, 25 ottobre, ha presentato un report sulla povertà con dati riferiti al 2022.

L’Istituto di statistica segnala inoltre che valori elevati dell’incidenza di povertà si confermano per le famiglie con p.r. operaio e assimilati (14,7%) e, fra le famiglie con p.r. indipendente, soprattutto per coloro che svolgono un lavoro autonomo diverso da imprenditore o libero professionista (8,5% altro indipendente).

Nel confronto con il 2021 si osserva un peggioramento per le famiglie con persona ritirata dal lavoro (5,9% dal 4,6% del 2021), sebbene i valori più elevati si registrino per le famiglie con p.r. in cerca di occupazione (22,4%), dato in linea con l’anno precedente.

Dal report emerge anche che la povertà assoluta continua a colpire in modo marcato i minori: nel 2022, ha interessato in Italia quasi 1 milione 269 mila bambini/ragazzi (13,4%, rispetto al 9,7% degli individui a livello nazionale), con picchi del 15,9% del Mezzogiorno.

La diffusione del fenomeno aumenta al crescere del numero di figli minori presenti in famiglia (6,5% per le coppie con un figlio minore, 10,6% per quelle con due figli minori e 21,0% per le coppie con tre o più figli minori) ed è significativa tra le famiglie monogenitore con minori (13,3%).

Anche la cittadinanza gioca un ruolo importante nel determinare la condizione socio-economica delle famiglie con minori. Si attesta al 7,8% l’incidenza di povertà assoluta delle famiglie con minori composte solamente da italiani, mentre arriva al 36,1% per le famiglie con minori composte unicamente da stranieri (è il 30,7% nel caso più generale in cui nella famiglia con minori ci sia almeno uno straniero).