L’aumento tendenziale delle retribuzioni contrattuali orarie dello 0,6% ad aprile è il più basso registrato dall’Istat in 34 anni di serie storiche, iniziate nel 1982. Il valore minimo precedente era stato toccato a gennaio (+0,7%).
Con riferimento ai principali macrosettori – evidenzia l’Istat-, ad aprile le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,8% per i dipendenti del settore privato (0,7% nell’industria e 0,8% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che ad aprile presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (3,4%); energia elettrica e gas (1,9%).
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Alla fine di aprile 2016 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 35,9% degli occupati dipendenti e corrispondono al 34,6% del monte retributivo osservato.
Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di aprile nessun nuovo accordo è stato recepito, mentre sette sono quelli venuti a scadenza.
Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 52 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 8,3 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).
Alla fine di aprile la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 64,1% nel totale dell’economia e del 53,6% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 37,9 mesi per l’insieme dei settori e di 17,1 mesi per quelli del settore privato. (RaiNews)