Istat: sale il numero di studenti, ma non alle superiori

A dispetto dei tagli generalizzati nella scuola, con l’entità delle risorse ed il numero di istituti e docenti nell’ultimo quinquennio fortemente ridimensionati, continua ad aumentare il numero di alunni e studenti iscritti ai corsi scolastici: il dato è contenuto nell’Annuario statistico italiano 2011 dell’Istat, presentato il 16 dicembre. Ufficialmente sono 8.968.063 gli studenti iscritti all’anno scolastico 2009/2010, un numero che corrisponde a circa 15mila allievi in più rispetto all’anno precedente. Grazie principalmente all’incremento di iscritti provenienti da famiglie straniere, il tasso di scolarità si attesta ormai da qualche anno intorno al 100% per la scuola primaria e secondaria di primo grado, mentre subisce una modesta flessione (dello 0,4%) per la secondaria di secondo grado, dove gli iscritti sono passati dal 92,7% del 2008/2009 al 92,3% del 2009/2010.
Il trend che l’istituto nazionale ha realizzato sulla scolarizzazione nel corso degli anni è comunque positivi: in Italia negli ultimi anni si è assistito ad un costante innalzamento del livello di istruzione della popolazione, con la quota di persone con qualifica o diploma di scuola secondaria superiore che si è attestata al 33,9%, mentre l’11,1% possiede un titolo di studio universitario.
La selezione scolastica è più forte nelle scuole superiori dove, nel passaggio dal primo al secondo anno, la percentuale di alunni respinti è pari al 20,3%. Gli esami di terza media sono invece superati dalla quasi totalità degli studenti (99,5%), ma non si può parlare di forte apprendimento se uno studente su tre nella votazione finale non ottiene più della sufficienza.
L’Istat ha anche esaminato il numero di giovani iscritti che per la prima volta all’università nell’anno accademico 2009/2010: sono circa 295.000, circa 1.200 in meno rispetto all’anno precedente (-0,4%), a conferma della flessione delle immatricolazioni iniziata nel 2004/2005 che ha riportato il numero delle nuove iscrizioni a un livello prossimo a quello rilevato alla fine degli anni Novanta.
La diminuzione riguarda i corsi di laurea del vecchio ordinamento (-25,9%) e quelli di durata triennale (-1,3%), mentre i corsi di laurea specialistica/magistrale a ciclo unico registrano un buon incremento (6,5%).
Nel complesso, la popolazione universitaria è composta da 1.799.395 studenti – valore sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente – con una mobilità territoriale piuttosto elevata. La partecipazione agli studi universitari risulta particolarmente alta in Molise, Abruzzo, Basilicata: in queste regioni più di un residente di 19-25 anni su due è iscritto a un corso accademico.
Dall’annuario dell’Istat risulta poi che le donne sono più propense degli uomini a proseguire gli studi oltre la scuola secondaria – le diplomate che si iscrivono a un corso universitario sono circa 68 su 100, i diplomati solo 58 – , ma anche a portare a termine il percorso accademico: le laureate sono circa 22 ogni 100 venticinquenni, contro i 15 laureati ogni 100 maschi della stessa età. A livello occupazione, soprattutto in corrispondenza della maternità, le percentuali però si invertono.
Alessandro Giuliani

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