Tuttavia i genitori non l’hanno presa bene e sono insorti perché va contro il processo della crescita.
“Non vedo sinceramente cosa ci sia di sbagliato. Mio figlio ama i soldatini, e vuole che io partecipi ai suoi giochi. La reazione dell’insegnante mi sembra del tutto esagerata”, ha detto un papà.
Un altro genitore ha raccontato che suo figlio era stato sgridato in cortile per aver organizzato una partita di guardie e ladri con gli altri compagni di classe, e tutti mimavano delle pistole con le mani. “Mio figlio è abituato a giocare così con i suoi fratelli, e non è che mi viene in mente di sgridarlo, o di pensare che così crescerà violento”, spiega un altro papà.
La preside Karen Jaeggi ha invece difeso strenuamente la politica della scuola in materia di giochi educativi. “Noi vogliamo scoraggiare i bambini a intraprendere giochi violenti, o che coinvolgono armi immaginarie, spiegando loro ciò che questo rappresenta nella realtà. Alcuni bambini possono spaventarsi, altri essere influenzati dalla realtà virtuale dei videogiochi che fanno a casa e la vogliono riprodurre in cortile, può essere pericoloso. Non possiamo sapere che tipo di impatto possono avere sulle giovani menti questi giochi violenti”.