“I ventuno istituti italiani di alta formazione musicale sono a rischio chiusura. Si tratta di un patrimonio immenso, che rappresenta quasi il 30% dell’intera offerta formativa musicale, con circa 8000 studenti, 672 docenti ed entrate di bilancio che si attestano intorno ai 35 milioni di euro.
Gli enti locali, a causa dei continui tagli ai trasferimenti, non possono più finanziarli. Il governo dovrebbe garantire il passaggio degli oneri a carico dello Stato, così come previsto da una legge del 1999”
“Gli istituti -ha continuato- sono considerati figli di un dio minore, nonostante il ruolo che svolgono nell’ambito della diffusione della cultura musicale nel 2006 con il governo Prodi fu garantito un finanziamento di 10 milioni di euro, poi piu’ nulla.
A questo punto il ministro Profumo deve indicare la strada per risolvere la questione ed assicurare il passaggio graduale allo Stato, trovando anche forme di sinergia con i Conservatori. Non credo che la Patria di Puccini, Rossini, Mascagni e Verdi-ha concluso- possa permettersi il lusso di chiudere le scuole che formano ogni anno migliaia di orchestrali”.
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