Tutto ebbe inizio col decretato del 2008 del “riordino epocale” della Legge Gelmini, con cui, se per un verso tolse otto miliardi di euro alla scuola, dall’altro tagliò agli Istituti tecnici e professionali la metà delle ore di laboratorio necessarie, mentre il monte ore complessivo passò da 36 a 32.
Se dunque Tecnici e Professionali nelle ultime stagioni hanno conosciuto un’emorragia di docenti, passati al sostegno per sopravvivere, si capisce il motivo, come pure la fuga di studenti che sono passati dal 20,6 per cento del 2013 al 17,6 per cento del 2016, al 16,5 per cento di quest’anno. Oggi, sono poco più di 110 mila.
La Repubblica, con un articolo di Zuino, mette il dito sulla riforma della Buona scuola che se avesse un po’ di ambizione “dovrebbe annullare i tagli che quattro tribunali e due commissioni parlamentari e tutti i sindacati avevano definito “ingiustificati” e chiesto di superare. E’ di questi giorni la potente discussione sull’Alternanza scuola lavoro. La riuscita protesta degli studenti, le promesse di ministra e sottosegretario: “Avrete gli Stati generali sul tema e un’offerta per i ragazzi più alta e qualificata”.
“Il modello tedesco è lì, sempre citato. Ma se nelle scuole più vicine al mondo del lavoro – le Professionali, appunto – neppure si ha la forza di restituire quattro ore rubate, lontano non si va”.
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