Sono stati presentati oggi al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, gli esiti del monitoraggio relativo agli Istituti Tecnici Superiori e la graduatoria per l’accesso ai fondi premiali per quei percorsi di studio che hanno raggiunto più elevati standard di eccellenza in relazione al numero dei diplomati e al loro esito nel mondo del lavoro.
Su 67 percorsi valutati (che fanno capo a 48 ITS) sono 28 quelli che quest’anno riceveranno un bonus, novità introdotta dalla legge ‘Buona Scuola’ per legare i finanziamenti a precisi criteri di qualità. La graduatoria è stata elaborata sulla base del monitoraggio nazionale realizzato da Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) ed è stata discussa e approvata dal Tavolo Tecnico Nazionale Paritetico che ha anche definito le proposte e le misure per migliorare l’intero sistema dei percorsi ITS. Il fondo premiale ammonta in tutto a 3.846.366 euro.
I dati di monitoraggio riguardano i 67 percorsi conclusi da almeno un anno al dicembre 2015 e portati a termine nel corso del triennio 2011-2014. Fra i migliori 28 percorsi (in allegato la graduatoria) si evidenzia la forte presenza di realtà del Veneto con 7 percorsi che accedono ai fondi premiali, 2 dei quali appartengono all’ITS sulla meccatronica di Vicenza. La Lombardia, l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia presentano tutte, rispettivamente, 3 percorsi che accedono alla premialità. In Emilia Romagna tutte e tre i percorsi sono dell’ITS MAKER di Bologna, in Lombardia 2 dei 3 percorsi premiati afferiscono all’ITS per la filiera dei trasporti e della logistica intermodale di Varese. E anche 2 dei percorsi del Friuli appartengono allo stesso ITS, quello sulle Nuove tecnologie per il Made in Italy indirizzo per l’industria meccanica e aeronautica di Udine.
Dei 1.684 studenti iscritti ai 67 corsi monitorati, 1.235 sono i diplomati. Di questi l’81,1% (1.002 studenti) ha una occupazione. Il 90,2% degli occupati ha trovato un lavoro coerente con il titolo di studio conseguito. Dei 1.002 occupati 469 (il 46,8%) lo sono a tempo indeterminato, 533 (il 53,2%) a tempo determinato. Rispetto allo scorso anno aumenta la percentuale degli occupati a 12 mesi (dal 78,3% del 2015, all’ 81,1% del 2016); anche quelli coerenti con l’area tecnologica sono in crescita: dall’ 86,4% al 90,2. Il 76,8% degli studenti è di genere maschile, con una percentuale di abbandono del 22,9%. Il 96% degli ammessi è diplomato e il 4% è laureato.
Le aziende che hanno ospitato in stage i corsisti sono 1.157, lo 0,03% del totale delle imprese presenti in Italia (4.173.955; fonte ISTAT 2012). Le imprese più numerose sono quelle con meno di 50 dipendenti (816, il 70,5%). Il tasso medio di tirocinio dei corsi è pari al 42,6%. Il 66,4% dei docenti proviene dal mondo del lavoro. Le unità formative progettate sono 1.732; di queste, 18 sono svolte all’estero e 264 sono svolte in lingua estera.
Le Fondazioni ITS in Italia sono a oggi 86; 1.662 i soggetti partner: 644 imprese/associazioni di imprese, 329 istituti secondari di II grado, 227 agenzie formative, 158 enti locali, 78 dipartimenti universitari, 48 enti di ricerca scientifica e tecnologica, 32 associazioni datoriali, 29 ordini/collegi professionali, 14 camere di commercio, 7 organizzazioni sindacali, 6 istituti di credito, 4 partner stranieri e 86 altri soggetti di diversa natura.Il numero più alto di Fondazioni ITS è in Lombardia (16), seguono Lazio ed Emilia-Romagna (7 ITS), poi Puglia, Toscana e Veneto (6 ITS). Alcuni degli 86 ITS operano in più aree tecnologiche e ambiti.
“Con questo monitoraggio si vuole capire in che modo il sistema sta funzionando, quali sono le strategie che si sono rivelate vincenti, quali le criticità da analizzare – sottolinea il Sottosegretario Toccafondi- , quali gli interventi mettere in atto affinché il percorso realizzato porti al successo tutti gli attori della filiera, dai giovani studenti alle imprese, passando per i docenti, le università e la gestione organizzativa. Gli ITS ci parlano con i loro numeri! Sono numeri che ci convincono che questa è la strada giusta per ricostruire il legame vincente tra istruzione, formazione, università e impresa. È una delle strade da percorrere per dare opportunità di lavoro ai nostri giovani e per arricchire le nostre imprese e i centri di ricerca con tecnici altamente qualificati. Quando la scuola dialoga sistematicamente con l’impresa i risultati si vedono. Stiamo lavorando per creare anche in Italia – conclude il Sottosegretario- un sistema terziario professionalizzante e gli ITS possono essere il cardine centrale del nostro modello, abbiamo ancora molta strada da fare per migliorare il sistema, ma la realtà e questi primi risultati ci dicono che stiamo andando nella giusta direzione”.
“Gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano una realtà sempre più innovativa nel sistema terziario italiano. I numeri del monitoraggio 2015 confermano che questo tipo di formazione, basato su attività laboratoriali e che integra studio e lavoro, riesce a rispondere alle esigenze del mondo produttivo italiano – aggiunge il Presidente di Indire, Giovanni Biondi – Dai dati elaborati, emerge che gli occupati dopo 12 mesi sono oltre l’81% e ciò anche grazie al fatto che i percorsi mediamente prevedono una quota molto alta di tirocini in azienda (42,6%) e di docenti provenienti dal mondo del lavoro (66,4%)”.
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