Sono passati dieci anni dalla loro istituzione e i risultati sono più che positivi: stiamo parlando degli Istituti tecnici superiori, i cosiddetti Its, che grazie all’alta specializzazione tecnologica trasmessa garantiscono altissime chance di occupabilità, senza pari nel mondo dell’istruzione post-diploma Oggi sono 101, distribuiti nelle aree produttive più diverse: dalla moda all’agroalimentare, dal turismo alla meccatronica.
Le percentuali altissime di occupazione e coerenza rispetto agli studi
Durante la manifestazione Job&Orienta, si sono svolti gli stati generali degli Its, percorsi che anno dopo anno si confermano un’ottima opportunità per i giovani desiderosi di inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro.
In base all’ultimo rapporto del Monitoraggio nazionale, aggiornato al 31 ottobre scorso e realizzato da Indire per conto del Miur, risulta che l’82% dei diplomati Its trova lavoro entro un anno dalla fine degli studi e l’87% di loro ha un’occupazione coerente con il proprio percorso.
13 milioni di euro l’anno
I percorsi Its sono realizzati grazie ad un contributo nazionale di circa 13 milioni di euro, distribuiti secondo criteri anche di merito: la quota viene infatti assegnata, in misura non inferiore al 30%, tenendo conto del numero dei diplomati e del tasso di occupabilità a dodici mesi dal diploma.
La quota è da destinare all’attivazione di nuovi percorsi. I 101 attuali Its collaborano a vario titolo con 8.700 imprese.
Salvatore Giuliano, sottosegretario al Miur, ha detto che “per assicurare agli Its le migliori opportunità di sviluppo faremo tutto il possibile per mantenere anche nella prossima legge di bilancio i finanziamenti previsti già da quella precedente”.
Dove stanno
Il numero più alto è localizzato in Lombardia (20), seguono Campania (9) Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Toscana e Veneto con 7 its ciascuno; Puglia con 6 Its; Sicilia e Calabria con 5 Its ciascuno; Marche, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo con 4 ITS ciascuno, e Sardegna con 3 ITS; Molise e Umbria con 1 ITS ciascuno.
Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia sono le regioni ad avere almeno una Fondazione ITS in tutte le aree tecnologiche.
Negli oltre 470 percorsi ITS formativi attivati risultano circa 11.350 iscritti.
“Serve più protezione”
La coordinatrice della IX Commissione Conferenza delle Regioni e Province autonome Cristina Grieco ha detto all’Ansa che “questo decennale degli Its ci deve dare l’occasione di una riflessione importante. Sicuramente serve un’azione di promozione, perché nonostante tutto gli Its sono ancora poco conosciuti, anche dal mondo stesso della scuola: motivo per cui molti docenti ancora non indirizzano i ragazzi a frequentarli. Bisogna inoltre lavorare per dare agli Its pari dignità rispetto ai percorsi accademici”.
“Riguardo invece all’impegno economico, i finanziamenti dovrebbero acquisire un carattere di stabilizzazione: non devono cioè rappresentare una premialità, ma la base almeno minima per garantire la continuità dei percorsi”, ha concluso Grieco.