È arrivato il via libera in Consiglio dei Ministri sul Piano nazionale pluriennale di azione per la promozione del sistema integrato di istruzione da 0 a 6 anni. Tra le novità previste, figura un sostanziale innalzamento dell’offerta e dei servizi, ma anche la richiesta della laurea per fare l’educatrice all’asilo nido (mentre fino ad oggi era necessaria solo dai tre anni in poi degli alunni, quindi a partire dalla scuola dell’infanzia).
Nel Piano, scrive il Miur, “sono contenuti principi e regole per dare seguito a una delle principali novità previste dalla Legge 107 del 2015 che, per la prima volta, ha sancito la nascita di un sistema integrato di istruzione per la fascia 0-6 anni, stanziando risorse specifiche per il potenziamento dei servizi offerti alle famiglie, per l’abbassamento dei costi sostenuti dai genitori, per garantire alle bambine e ai bambini pari opportunità di educazione, istruzione e cura, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche e culturali”.
“Il sistema integrato 0-6 anni rappresenta un cambiamento culturale importante, una vera svolta che mette al centro i diritti dei più piccoli – ricorda la ministra Fedeli -. Le istituzioni, d’ora in poi, lavoreranno insieme, con risorse certe e regole condivise, per offrire alle famiglie strutture e servizi ispirati a standard uniformi su tutto il territorio nazionale, per aumentare i servizi e sostenere i genitori, per dare alle bambine e ai bambini maggiori opportunità di accesso a un’istruzione di qualità fin dalla nascita”.
“Quando a gennaio – continua la ministra – abbiamo deciso di portare avanti i decreti attuativi della Legge 107 lo abbiamo fatto nella consapevolezza che sono una parte estremamente qualificante della riforma. E il decreto sul sistema 0-6 anni ne è una chiara dimostrazione”.
Il Piano è stato approvato sulla base di quanto previsto dal decreto legislativo 65 del 2017, uno dei decreti attuativi della Buona Scuola, e contiene gli obiettivi strategici del nuovo sistema: il 33% di copertura della popolazione sotto i 3 anni di età, la presenza di nidi in almeno il 75% dei Comuni, la qualificazione universitaria per le insegnanti dei nidi, la formazione in servizio per tutto il personale, il coordinamento pedagogico fra nidi e scuole dell’infanzia, la riduzione delle rette.
Vanno in porto, quindi, le norme introdotte con il decreto legislativo sul comparto 0-6 anni, tra cui l’indispensabilità della laurea per diventare maestro.
Sempre il Miur ricorda che per il primo anno di attuazione sono stati già stanziati 209 milioni (saranno 239 milioni a regime), i cui criteri di riparto hanno avuto il via libera in Conferenza Unificata lo scorso 2 novembre e che, dopo il via libera del CdM, saranno assegnati agli Enti Locali, sulla base della programmazione già fatta pervenire dalle Regioni.
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