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Istruzione 0-6 anni, la Sicilia “solo” 13 milioni: “Così impossibile ridurre il gap con altre regioni”

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Lo scorso 2 novembre in Conferenza Unificata è stata siglata l’intesa per la presentazione del Piano pluriennale di azione nazionale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione per i bambini in età compresa dalla nascita sino ai 6 anni.

Il Piano, di durata triennale, prevede l’assegnazione alle Regioni di 209 milioni di euro, che vengono erogati dal Miur direttamente ai Comuni beneficiari, in forma singola o associata, per finanziare interventi in materia di edilizia scolastica, sia con nuove costruzioni che con azioni di ristrutturazione, restauro, riqualificazione, messa in sicurezza e risparmio energetico di stabili di proprietà delle amministrazioni locali.

Il Fondo per il 2017 è ripartito tra le Regioni nel modo seguente:

  • per il 40% in proporzione alla popolazione di età 0-6 anni, in base ai dati Istat;
  • per il 50% in proporzione alla percentuale di iscritti ai servizi educativi al 31 dicembre 2015;
  • per il 10% in proporzione alla popolazione di età 3-6 anni, non iscritta alla scuola dell’infanzia statale, in modo da garantire un accesso maggiore.

Ecco il riparto per regioni

Abruzzo 3.872.801 euro,

Basilicata 1.292.990 euro,

Calabria 4.843.465 euro,

Campania 13.742.501 euro,

Emilia Romagna 20.308.143 euro,

Friuli Venezia Giulia 4.335.400 euro,

Lazio 23.544.329 euro,

Liguria 4.870.526 euro,

Lombardia 40.000.464 euro,

Marche 5.318.025 euro,

Molise 731.872 euro,

Piemonte 15.671.503 euro,

Puglia 11.528.712 euro,

Sardegna 4.755.962 euro,

Sicilia 13.092.402 euro,

Toscana 13.838.453 euro,

Trento 2.624.457 euro,

Bolzano 2.044.783 euro,

Umbria 3.814.237 euro,

Val d’Aosta 658.516 euro,

Veneto 18.110.459 euro.

Balza agli occhi la cifra stanziata per le scuole siciliane. 13 milioni di euro incideranno poco sulle strutture siciliane. Lo denuncia Grazia Maria Pistorino, leader della Flc Cgil regionale: “Le risorse sosterranno anche parte delle spese di gestione per l’istruzione 0-6 anni, con lo scopo di incrementare i servizi offerti alle famiglie nonché di ridurre i costi che devono sostenere”, afferma a La Repubblica.

“Ogni anno, in Sicilia, registriamo l’impossibilità delle famiglie di accedere ai nidi e alle scuole materne perché il dissesto dei comuni non consente l’attivazione di servizi per l’infanzia, mensa e trasporto, impedendo di fatto la fruizione di diritti per una fascia d’età totalmente ignorata”.

“Campania, Calabria, Sardegna e Sicilia, con 36milioni in totale, ricevono per i servizi da zero a sei anni meno dei 40 milioni della Lombardia. Cifre che – conclude Pistorino – produrranno ulteriori iniquità nella possibilità di accesso ai medesimi diritti nel nord e nel Sud del paese. Con attribuzioni che non potranno che incrementare un divario tanto più grave perché riguarda i nostri”.