La Rete Universitaria Italiana per l’Apprendimento Permanente – RUIAP promuove una serie di eventi per riflettere su “Certificare le competenze. Le domande attuali per l’apprendimento permanente”, partire dal prossimo 13 ottobre, quando dalle 16 alle 18, attraverso un webinar (per informazioni e iscrizioni rete.ruiap@gmail.com) si farà il punto sulla Legge 92 del 28/06/2012, che ha istituto le Reti Territoriali per l’Apprendimento Permanente, quale nuovo soggetto istituzionale per la costruzione di sistemi integrati territoriali di formazione, istruzione, orientamento e lavoro.
“L’apprendimento degli adulti è un elemento essenziale del ciclo dell’apprendimento permanente che copre l’intera gamma di attività di apprendimento formale, non formale e informale, sia generale che professionale, intraprese da adulti dopo aver lasciato il ciclo dell’istruzione e della formazione iniziali” si legge nella Risoluzione del Consiglio Europeo 2011/c 372/01. E si legge, proprio nella normativa che sarà oggetto di una degli approfondimenti Rete Ruiap, che l’apprendimento permanente consiste in qualsiasi attività intrapresa dalle persone in modo formale, non formale, informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale (legge 92 del 28.06.2012, articolo 4, comma 51).
“L’alfabetizzazione non consiste solo nel saper leggere, scrivere e fare di conto, ma è un contributo all’emancipazione di ogni essere umano e al suo completo sviluppo. Fornisce gli strumenti per acquisire la capacità critica nei confronti della società in cui viviamo, stimola l’iniziativa per sviluppare progetti che possano agire sul mondo e trasformarlo, e fornisce le capacità per vivere le relazioni umane“. Lo dice la Dichiarazione di Persepoli adottata dall’UNESCO nel 1975 e punto di riferimento per la Giornata Internazionale dell’alfabetizzazione, che viene celebrata ogni anno l’8 settembre dal 1966. Intesa come strumento che contribuisce a combattere la povertà, la mortalità infantile e la disuguaglianza di genere, l’alfabetizzazione rientra tra gli obiettivi del programma “Agenda 2030 per per lo Sviluppo Sostenibile” sottoscritto nel 2015 dai 193 Paesi membri dell’ONU. In tutto il mondo ci sono ancora 750 milioni di adulti non alfabetizzati e 264 milioni di bambini che non hanno la possibilità di beneficiare dell’istruzione scolastica.
Quando si parla di alfabetizzazione non ci si dovrebbe limitare alle capacità di leggere, scrivere e fare di conto, il quadro è più complesso, con vari livelli di competenza. Per dare l’idea di questa complessità e per definire un profilo in base alle capacità di portare a termine con successo le attività della vita quotidiana, sono stati fissati 6 livelli: il livello inferiore a 1 e il livello 1 (low skilled) indicano competenze modestissime, il livello 3 è l’elemento minimo per un inserimento positivo nella società e nel lavoro, e i livelli 4 e 5 (high skilled) indicano una piena padronanza di competenze
Da un’indagine Ocse-Piaac pubblicata nel 2016 risulta che in Italia il 28% delle persone tra i 16 e i 65 anni appartiene ai primi due livelli: sono i cosiddetti analfabeti funzionali, ovvero adulti che sanno leggere e scrivere, ma che non sono in grado di usare queste capacità nella vita quotidiana e che spesso non comprendono i linguaggi delle nuove tecnologie. Gli analfabeti funzionali, per esempio, potrebbero non essere in grado di risalire a un’informazione di base contenuta in un sito web. Con il 28% di analfabeti funzionali, l’Italia si colloca al penultimo posto in Europa, insieme alla Spagna, e al quartultimo nel mondo, rispetto ai 33 paesi analizzati.
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