Il monitoraggio della Commissione Europea sul settore formazione e istruzione, Education and Training Monitor 2020, è stato pubblicato in questi giorni ed è stato presentato ufficialmente durante il recente Digital Education Hackathon. Il documento intende fare il punto e definire lo stato dell’arte sull’evoluzione dell’istruzione e della formazione negli Stati membri dell’UE, con l’obiettivo di introdurre e presentare le strategie per soddisfare il mondo del lavoro, attraverso un confronto tra i 27 paesi. Ciascuno di essi ha collaborato alla stesura di questo report per far conoscere il proprio sistema di istruzione, concentrandosi in particolare sull’insegnamento e l’apprendimento digitale e su come abbiano reagito alle nuove domande della didattica durante la pandemia.
Ciò che emerge immediatamente è il persistere di notevoli disparità tra i vari Stati e anche al loro interno, in particolare proprio rispetto alle competenze digitali, che risultano spesso insufficienti, e in media, seppure vi siano differenze a macchia di leopardo, più del 15% degli studenti non è sufficientemente attrezzato. Allo stesso modo, anche i docenti europei segnalano la forte necessità di formazione in tema di utilizzo di competenze digitali, soprattutto nel primo livello della scuola secondaria, dato quest’ultimo confermato dall’OCSE. Il documento presenta dati incoraggianti per quel che riguarda invece l’abbandono scolastico, che mediamente in Europa e in alcune aree critiche è andato diminuendo, grazie anche all’impegno della Commissione Europea che da anni promuove progetti e produce risorse in tal senso; interessante è da questo punto di vista l’aumento della partecipazione in tutti i settori dell’istruzione, dall’infanzia a quella terziaria. Se è migliorata dunque la partecipazione non sono invece incoraggianti, secondo il monitoraggio, i livelli di competenze di base: circa un quindicenne su cinque, infatti, dimostra di possedere competenze in lettura, matematica e scienze insufficienti per poter partecipare pienamente alla società.
Tra gli altri dati diffusi dal documento di monitoraggio c’è quello positivo relativo alla consapevolezza che gli Stati membri dell’UE hanno rispetto agli investimenti adeguati nell’istruzione, affinchè essi possa contribuire alla crescita economica e all’inclusione sociale, e pertanto in media hanno mantenuto la spesa pubblica per l’istruzione intorno al 10% della spesa pubblica totale.
I dati forniti dai ricercatori italiani sulla situazione dell’istruzione e della formazione non sono incoraggianti rispetto agli altri paesi. Per esempio, le scuole italiane sono dotate di strumenti digitali in linea con gli altri paesi dell’UE, ma sono in ritardo per quanto riguarda il livello e la velocità di connessione. Sebbene praticamente tutte dispongano di un collegamento Internet (95,4 %, MIUR), solo il 26,9 % ha una connessione ad alta velocità, ben al di sotto della media UE (47 %). Durante la prima fase della pandemia, inoltre, oltre il 12 % dei bambini tra i sei e i 17 anni viveva in famiglie senza PC o tablet (e al sud la cifra saliva fino a quasi un quinto) e solo il 6 % in famiglie con almeno un PC per famiglia. Emerge anche che, nonostante un leggero aumento nel 2018, la spesa per l’istruzione in Italia rimane tra le più basse nell’UE. Nel 2018 la spesa pubblica per l’istruzione è aumentata dell’1 % in termini reali rispetto all’anno precedente, ma resta ben al di sotto della media UE, sia in percentuale del PIL (il 4 % contro il 4,6 %) sia in percentuale della spesa pubblica totale, che all’8,2 %, è la più bassa dell’UE (9,9 %).
Poiché l’istruzione è una delle priorità nell’agenda politica dell’Unione Europea, già dalla fine di settembre la Commissione ha adottato delle iniziative volte a rafforzare il contributo dell’istruzione e della formazione alla ripresa dell’UE dalla crisi del coronavirus. In particolare, definendo una visione dello Spazio europeo dell’istruzione da realizzare entro il 2025, la Commissione propone nuove iniziative, maggiori investimenti e una più forte cooperazione degli Stati membri per aiutare tutti gli europei, di tutte le età, a beneficiare della ricca offerta di istruzione e formazione dell’UE. La Commissione ha inoltre adottato un nuovo Piano d’azione per l’educazione digitale, che riflette le lezioni apprese dalla crisi del coronavirus, ed elabora un piano per un ecosistema educativo digitale ad alte prestazioni con competenze digitali potenziate per la trasformazione digitale.
Nelle intenzioni della Commissione europea lo Spazio europeo dell’istruzione si basa su sei dimensioni: qualità, inclusione e uguaglianza di genere, transizione verde e digitale, insegnanti, istruzione superiore, un’Europa più forte nel mondo. Le iniziative esamineranno, tra l’altro, i modi per migliorare la qualità, in particolare per quanto riguarda le competenze di base e digitali e per rendere l’istruzione scolastica più inclusiva e sensibile alle questioni di genere e migliorare il successo scolastico.
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