La responsabilità principale starebbe, secondo quanto pubblica il “Corriere Fiorentino” e ripreso dal “Gruppo di Firenze” del nostro sistema scolastico, o meglio, del nostro sistema della formazione professionale, in particolare alberghiera, “distrutta letteralmente negli ultimi decenni dai cosiddetti progressisti della pedagogia, secondo i quali la scuola deve essere quanto più possibilmente generalista”.
E infatti, viene scritto, incomprensibile risulta “la mostruosità dell’orario scolastico degli istituti alberghieri, che in prima costringe i ragazzi a misurarsi con ben sedici (avete capito bene: sedici) materie. Da un punto di vista pedagogico è un vero e proprio crimine, perpetrato nella quasi totale latitanza dello stesso mondo imprenditoriale. Il risultato è che nell’intero percorso professionale le ore di pratica sono residuali rispetto alle altre discipline, con la conseguenza che soprattutto alla fine del biennio abbiamo percentuali di bocciati indegne di un paese civile. Peraltro a ripetere o ad abbandonare la scuola a 15-16 anni spesso sono i ragazzi che hanno un vero interesse per le attività laboratoriali e pratiche”.
La soluzione? Smantellare il diploma “di maturità di tipo generalista” che però non destina verso quelle professioni per cui la società investe i suoi soldi perché vi entrino dei professionisti seri e preparati, come è avvenuto fino agli anni ottanta nella ristorazione e nell’ospitalità”.
A suffragio di questa tesi, viene pure pubblicato un breve intervento del governatore della Toscana che afferma: “la sinistra, per motivi ideologici, ha sempre detto che la scuola deve formare cittadini, invece deve anche formare lavoratori, non c’è da vergognarsene. È stato uno sbaglio”.