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Istruzione in Italia conta sempre meno: stipendi in calo. Peggio di noi solo la Grecia

Maestre e docenti italiani sempre più poveri. Più di quanto non si verifica nel resto d’Europa.

In alcune paesi i docenti della scuola guadagnano più di quelli dell’università (è il caso della Germania, del Lussemburgo e della Finlandia).

L’Ocse – riporta La Repubblica – ha realizzato un focus dal titolo “Come si sono evoluti gli stipendi degli insegnanti e come si relazionano con quelli dei docenti universitari?”

E si è arrivati all’assunto (banale verrebbe da scrivere) che paghe più alte possono assicurare docenti maggiormente motivati e bravi al sistema formativo di un paese.

Il blocca degli stipendi in Italia ha creato non sia un’erosione dei salari, ma anche un calo di motivazione per gli insegnanti. Nel 2014, il salario di un insegnante con 15 anni di esperienza rappresentava solo il 93% del suo valore nel 2000. Questo è il principale motivo che spiega la diminuzione del costo per studente del salario degli insegnanti della scuola secondaria di primo grado (-5%). Lo stesso vale per la scuola primaria, dove l’aumento del numero di alunni per classe e del numero di alunni per docente nello stesso periodo, ha altresì inciso sul costo del salario per studente (-13%).

 

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In Germania, nello stesso periodo il mensile alla scuola elementare si è incrementato del 10 per cento e in Irlanda addirittura del 13 per cento.

In Norvegia lo scatto in avanti è stato del 9 per cento e in Finlandia di 6 punti. Anche Belgio e Danimarca fanno segnare un segno positivo. A soffrire come gli insegnanti italiani  i colleghi francesi che dal 2005 al 2014 hanno dovuto sopportare un taglio reale del 5 per cento e solo la Grecia fa peggio dell’ Italia: 30 per cento in meno in busta paga.

Il corpo insegnante è il più anziano rispetto a tutti i Paesi dell’OCSE e registra una delle quote più basse d’insegnanti di sesso maschile. Dai sei ai sette insegnanti su dieci sono ultracinquantenni, mentre otto insegnanti su dieci sono di sesso femminile.

Un’analisi nel tempo mostra che dal 2010 al 2014 i salari degli insegnanti sono diminuiti del 7% in termini reali sia nella scuola primaria che in quella secondaria.

Nel 2014, l’Italia registrava la più alta percentuale d’insegnanti ultracinquantenni tra i Paesi dell’OCSE con il 58% nella scuola -primaria, il 59% nella scuola secondaria di primo grado e il 69% nella scuola secondaria superiore.

In Italia, la distribuzione di genere nel corpo docente non è ben equilibrata: quasi otto docenti su dieci sono donne nell’insieme dei livelli d’insegnamento (rispetto a una media OCSE di sette su dieci). Ciò si riflette nelle discipline di studio scelte dagli studenti: il 90% dei laureati nel campo dell’insegnamento è di sesso femminile.

 

Andrea Carlino

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