Gli italiani hanno sempre meno fiducia nelle istituzioni, hanno subito un calo del reddito del 7% in cinque anni, e si attestano ben al di sotto della media per quel che riguarda l’impegno civile, l’occupazione, la sicurezza personale, l’alloggio, la qualità ambientale, le connessioni sociali, l’istruzione, le competenze e il benessere soggettivo.
Il rapporto ‘How’s life’ dell’Ocse (che considera 11 variabili per misurare il benessere dei cittadini, dal reddito alla salute, dall’istruzione alla casa) segnala che il grado di soddisfazione degli italiani è calato del 10% tra il 2007 e il 2012. Solo Spagna e Grecia hanno fatto peggio, con i loro indicatori calati rispettivamente del 12% e del 20%.
In generale, il dato che emerge, è che la famiglia media italiana è stata duramente colpita dalla crisi, più di altri Paesi. Dal 2007 al 2011 l’Italia ha registrato un calo del reddito disponibile delle famiglie di circa il 7%, uno dei dati peggiori tra i paesi OCSE. L’impatto della crisi si è manifestata con una frenata dell’occupazione e con un deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro: tra il 2007 e il 2012, il tasso di occupazione è diminuito di oltre 1 punto percentuale in Italia, mentre il tasso di disoccupazione a lungo termine è aumentato di quasi 3 punti percentuali.
La mancanza di lavoro ha inciso sul livello di soddisfazione complessiva di vita. Dal 2007 al 2012, infatti, la percentuale di italiani che dichiarano di essere molto soddisfatti della loro vita sono scesi dal 58% al 42%. Su questo fronte il nostro Paese è tra i peggiori d’Europa.
Durante la crisi, segnala l’Ocse, è diminuita la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel modo in cui funziona la democrazia. La percentuale di italiani che ha fiducia nel governo è scesa dal 30% al 28% tra il 2007 e il 2012.
Nello stesso periodo, tuttavia, sono aumentate nuove forme di solidarietà e di impegno. La percentuale di persone che riferiscono di aver dedicato tempo al volontariato è aumentata di 4 punti percentuali tra il 2007 e il 2012, un aumento più forte rispetto alla media Ocse.
Anche il divario di genere, che complessivamente si è ridotto negli altri Paesi, resta abbastanza marcato nel nostro Paese. In particolare per i salari, la differenza tra lavoratrici e lavoratori, si è ampliato. (AGI) .
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