L’Italia non sarebbe al passo con i tempi, è sotto la media dei paesi Ocse in capacità di lettura, di calcolo e di problem solving, unitamente a una certa dimestichezza con le Ict. Eppure la loro buona conoscenza è il requisito necessario per essere competitivi in un mercato del lavoro plasmato dalla rivoluzione tecnologica come dimostra uno studio internazionale
Nel documento, riferisce Il Sole 24 Ore, vengono forniti i risultati ottenuti dagli adulti di età compresa tra i 16 e i 65 anni, residenti in 33 Stati diversi: i dati di 24 paesi si riferiscono al biennio 2011-2012, mentre in Cile, Grecia, Indonesia (Giacarta), Israele,Lituania, Nuova Zelanda, Singapore, Slovenia e Turchia l’indagine è stata condotta tra il 2014 e il 2015.
In questo studio, il termine “literacy” si riferisce esclusivamente alla capacità di lettura degli adulti di testi scritti. I diversi gradi di competenza rilevati sono stati classificati costituendo una scala che comprende sei livelli: da 1 a 5 e al di sotto di 1. L’Italia è al livello 2 e occupa il quartultimo posto in classifica: è preceduta da Grecia e Spagna, e seguita da Turchia, Cile e Indonesia (Giacarta). Un risultato sotto la media dei paesi Ocse, dove quasi la metà degli adulti sottoposti al test (46%) ha raggiunto i tre livelli più alti di conoscenza della lingua (3, 4 o 5). Le performance migliori sono state quelle di Giappone (71,1%), Finlandia (62,9) e Paesi Bassi (59,6), la peggiore quella di Giacarta (6%).
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Gli italiani, scrive sempre Il sole, hanno qualche difficoltà anche in matematica, anzi le abilità aritmetiche sono lievemente peggiori, in termini di punteggio ottenuto, rispetto a quelle necessarie per la comprensione di un testo scritto. La capacità di accedere, utilizzare, interpretare e comunicare i numeri dimostrata nei test fa guadagnare all’Italia un livello 2 e un pessimo posizionamento in graduatoria: è quintultima.
Nei paesi Ocse l’1% degli adulti ha raggiunto il livello 5 in “numeracy”, circa il 10% il livello 4, quasi il 32% il 3 e circa un adulto su tre il livello 2. Sul podio ci sono Giappone, Finlandia e Svezia, mentre alla base della piramide si collocano Cile e Indonesia (Giacarta), dove solo un adulto su dieci è riuscito a ottenere un livello 3. Con punteggi migliori, ma sempre sotto la media Ocse si trovano Polonia, Irlanda del Nord, Slovenia, Singapore, Irlanda, Francia, Stati Uniti, Grecia, Israele, Italia e Turchia, paese in cui oltre il 50% degli adulti ha raggiunto il livello 1 o inferiore a 1.
Il Survey of Adult Skills dell’Ocse riguarda anche le competenze relative alla risoluzione di problemi in ambienti, non solo lavorativi, in cui viene fatto uso della tecnologia digitale, di strumenti per comunicare con gli altri, per acquisire informazioni ed eseguire compiti pratici. La familiarità con questi strumenti varia molto da paese a paese. In media, nei paesi Ocse il 10% ha dichiarato di non aver mai avuto a che fare con un computer, una percentuale che diminuisce drasticamente in Paesi come Svezia e Norvegia (1,6%), mentre in Turchia sale fino al 35,6%. Anche il dato che riguarda l’Italia è piuttosto preoccupante: più di un adulto su cinque ha ammesso di non aver mai usato un computer (24,4%).
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