Dalla competenza nella lettura a quelle in matematica e in scienze, dagli abbandoni precoci alla percentuale di diplomati, dalla partecipazione degli adulti alla formazione continua fino alla quota di cittadini laureati, il ritardo segnalato dalla ministra appare robusto.
La tabella allegata alla relazione è facilmente consultabile e dove, nero su bianco, si evidenzia che le indagini nazionali (Invalsi) e internazionali (Ocse-Pisa) dimostrano che, nonostante i progressi degli ultimi anni, il 21% dei 15enni italiani ha ancora competenze insufficienti, a fronte di una media europea del 20% e di un obiettivo del 15% per il 2020.
Inoltre solo il 5,8% dei nostri studenti si colloca nel livello dei più bravi contro i valori compresi tra il 9 e il 15% dei Paesi che vantano risultati complessivamente migliori dei nostri. Una distanza ancora maggiore si registra in matematica e scienze. Dove le insufficienze arrivano, rispettivamente, al 24,9% e al 20,6% contro una media Ue del 22,2 e 18 per cento. E anche qui il benchmark che l’Europa si è data è del 15 per cento.
“Il sistema di istruzione italiano, dunque, presenta ancora tassi troppo alti di studenti con risultati insoddisfacenti e tassi troppo bassi di studenti con risultati eccellenti. Se vogliamo garantire la qualità degli apprendimenti, dobbiamo anche dare un segnale di valorizzazione e di riconoscimento al prezioso lavoro del docente”, dice Carrozza nell’audizione.
Tuttavia aggiunge che oltre alla qualità degli apprendimenti, c’è anche l’inclusività, a cominciare dal tasso di dispersione scolastica, con gli abbandoni precoci che ci distanziano di quasi cinque punti dal resto dell’Ue e praticamente il doppio dell’obiettivo di Europa 2020, fissato al 10 per cento.
“Di fronte alla gravissima emergenza dell’occupazione dei giovani – attestata dall’Istat al 38,4% nel marzo 2013, mentre il fenomeno dei Neet (giovani che non studiano e non lavorano) riguarda il 22,7% dei 15-29enni – garantire una formazione di qualità a tutti i bambini e i ragazzi, dalla scuola di base fino ai più alti gradi dell’istruzione, diventa obiettivo strategico nel quadro delle politiche volte a restituire il futuro alle giovani generazioni e riavviare lo sviluppo e la crescita del Paese”: dice ancora la ministra.
Tuttavia un tale ritardo accumulato si riflette sui livelli dei titoli raggiunti e ammonta al 76,3% la quota di 20-24enni che completano le scuole superiori a fronte del 78,6% degli altri Paesi e dell’85% del target al 2020. Ma le distanze sono ancora più rilevanti per il numero di laureati che le nostre università riescono a sfornare. Gli italiani con una laurea nella fascia di età lavorativa 30-34 anni sono il 19% rispetto al 32,3% dell’Ue e a un benchmark a regime del 40 per cento, mentre abbiamo un contradditorio surplus di laureati e diplomati in discipline con pochi sbocchi sul mercato del lavoro. Su questo versante la quota di popolazione adulta (25-64 anni) che ha partecipato a corsi di formazione continua di almeno quattro settimane è ferma al 6,3% contro il 9,5% di media Ue e il 15% da ottenere entro sette anni.
Benchmark di Lisbona 2020 Media UE – Italia
Scarsa competenza in lettura (15 anni): % di 15enni che hanno livello 1 (o meno) nella scala di lettura (PISA 2009): Media Ue 20,0%; Italia 21,0%
Scarsa competenza in matematica (15 anni): % di 15enni che hanno livello 1 (o meno) nella scala di lettura (PISA 2009) Media Ue 22,2%; Italia 24,9%
Scarsa competenza in scienze (15 anni): % di 15enni che hanno livello 1 (o meno) nella scala di lettura (PISA 2009) Media Ue 18%; Italia 20,6%
Abbandoni precoci: % di 18-24enni con solo licenza di I grado (o meno) e che non frequentano percorsi di istruzione/formazione (Eurostat 2009) Media Ue 14,4%; Italia 19,2%
Completamento secondaria superiore: % 20-24enni in possesso del diploma (Eurostat 2009) Media Ue 78,6%; Italia 76,3%
Partecipazione degli adulti in lifelong learning: % di popolazione adulta (25-64 anni) che ha partecipato a corsi di almeno quattro settimane (Eurostat 2008)
Media Ue 9,5%; Italia 6,3%
Livello alto di istruzione della popolazione: % di laureati nella fascia di attività lavorativa (30-34 anni) Media Ue 32,3%; Italia 19,0%
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