La crisi economica e la disoccupazione stanno spingendo fuori dai propri Paesi greci, spagnoli e italiani, per portarli verso la Germania e la Gran Bretagna. E nel nostro Paese, a causa della crisi, cala anche l’immigrazione: rispetto al 2007 è scesa del 44%.
Secondo i dati Ocse, nel 2011 sono 85.000 gli italiani che hanno lasciato il Paese, 72.000 gli spagnoli e 30.000 i greci. La Germania ha visto aumentare il suo flusso di immigrati spagnoli e portoghesi del 50%, e quello di italiani del 35%. ”Dobbiamo aiutare chi vuole trovare un lavoro in un altro Paese, dobbiamo aprire altre possibilità, ma la crisi non si risolve solo aprendo il mercato del lavoro”, ha detto il commissario all’occupazione Lazslo Andor presentando il rapporto Ocse.
L’Ocse sfata poi il mito che gli immigrati pesino sui bilanci statali: l’impatto delle ondate migratorie degli ultimi 50 anni hanno avuto un impatto vicino allo zero. Ma se si aumentasse il loro livello di occupazione, allora l’immigrazione sarebbe una risorsa per il pil, considerando che la forza lavoro supplisce al calo demografico
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