In una delle tracce della prima prova scritta della sessione suppletiva degli Esami di Stato che si è tenuta il 6 luglio, più precisamente nella proposta B2, si legge: “Testo tratto da Manlio Di Domenico, Complesso è diverso da complicato: per questo serve multidisciplinarietà, in ‘Il Sole 24 ore’, supplemento Nòva, 6 marzo 2022, pag. 18.”.
E ancora: “L’interdisciplinarietà non può, e non deve, più essere un pensiero illusorio, ma dovrebbe diventare il motore della risposta alla battaglia contro questa pandemia”.
Fa specie che, a distanza di appena quindici giorni dalle polemiche suscitate dalla fuorviante nota un verso de “La via ferrata” di Pascoli, dal Ministero si scelga di proporre una forma che anche soltanto una veloce ricerca su Internet avrebbe dimostrato essere erronea, come si evince, per esempio, dal Dizionario on line del Corriere della sera (“Si dice interdisciplinarità. Non si dice: interdisciplinarietà”) o dal Vocabolario Treccani (Erronea la forma interdisciplinarietà).
Come è facile dimostrare, il termine deriva dall’aggettivo interdisciplinare e, come altri nomi derivanti da aggettivi con desinenza in are, prende la desinenza in ità (solare-solarità, ilare-ilarità). Prendono la desinenza in ietà i nomi derivati da aggettivi che finiscono in ario, per esempio contrario-contrarietà, sedentario-sedentarietà.
Nello stesso testo risulta ignorata un’altra regola basilare della grammatica italiana: quella che non vuole mai la virgola tra soggetto e predicato a meno che tra i due elementi non ci sia un inciso. “Questo excursus è necessario per comprendere come va disegnata una risposta chiara a un problema complesso come la pandemia di Covid 19, che interessa molteplici scale: da quella molecolare, dove le interazioni tra proteine (molecole molto speciali necessarie al funzionamento della cellula) del virus Sars-Cov-2 e del suo ospite umano (e non), sono in grado di generare alterazioni nel tradizionale funzionamento dei nostri sistemi”: qui non si capisce la ragione della virgola prima di “sono in grado”.
Nella traccia A2, poi, nella breve introduzione al brano de “Il fu Mattia Pascal” proposto, si legge: “Il protagonista de ‘Il fu Mattia Pascal’, dopo una grossa vincita al gioco al casinò di Montecarlo, mentre sta tornando a casa legge la notizia del ritrovamento a Miragno…”: qui, invece, non si capisce per quale ragione non sia stata messa la virgola dopo la subordinata temporale “mentre sta tornando a casa”.
Egregi Signori del Ministero, ci spiegate perché avete scelto un testo dove viene palesemente violata una basilare regola ortografica della nostra lingua? Perché non è stata osservata una basilare regola dell’interpunzione?
E’ facile lamentarsi della scarsa conoscenza dell’Italiano da parte degli studenti, ma come la mettiamo quando gli errori vengono dall’alto?
Giuseppe Scafuro
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