Si torna a parlare di diritti dei lavoratori degli enti locali trasformati negli scorsi anni in Insegnanti tecnico pratici. Sul tavolo è rimasta infatti aperta la questione del loro mancato adeguamento stipendiale. E il governo in questi ultimi giorni ha fatto sapere che sta esaminando la questione con l’intento di trovare una soluzione il prima possibile.
Ora la questione è arrivata a che sui banchi del Parlamento. “Gli insegnanti tecnico pratici passati, diversi anni fa, dagli enti locali allo Stato – ha detto il 9 marzo Gabriella Giammanco (Pdl) nel corso di un’interpellanza urgente – hanno diritto, per la legge 124 del ’99, al riconoscimento dell’anzianità maturata presso l’ente di provenienza ma sono ancora in attesa che ciò accada. Il governo ha il dovere di intraprendere azioni concrete per dare a questi lavoratori delle risposte che si rinviano, ormai, da troppi anni”.
Ad oggi gli insegnanti tecnico pratici transitati dagli enti locali ai ruoli statali sono meno di 600. Il loro numero, peraltro, è destinato ad azzerarsi, essendo esclusa qualsiasi ipotesi di integrazione dell’attuale organico.
Giammanco ha fatto notare che siamo di fronte ad “un numero esiguo. Ragione in più – ha osservato – per ritenere che l’impegno, sicuramente legittimo e ammirevole, dell’esecutivo di far quadrare i conti e di non disperdere le risorse pubbliche non debba, e non possa, entrare in contrasto con l’interesse di questi lavoratori che, giustamente, vorrebbero vedere loro riconosciuto il frutto di tanti anni di lavoro. Mi ritengo soddisfatta dell’apertura del governo sulla questione e mi auguro che dalle parole si passi presto ai fatti”. Quelli che però sono mancati negli ultimi 12 anni.
Ad oggi gli insegnanti tecnico pratici transitati dagli enti locali ai ruoli statali sono meno di 600. Il loro numero, peraltro, è destinato ad azzerarsi, essendo esclusa qualsiasi ipotesi di integrazione dell’attuale organico.
Giammanco ha fatto notare che siamo di fronte ad “un numero esiguo. Ragione in più – ha osservato – per ritenere che l’impegno, sicuramente legittimo e ammirevole, dell’esecutivo di far quadrare i conti e di non disperdere le risorse pubbliche non debba, e non possa, entrare in contrasto con l’interesse di questi lavoratori che, giustamente, vorrebbero vedere loro riconosciuto il frutto di tanti anni di lavoro. Mi ritengo soddisfatta dell’apertura del governo sulla questione e mi auguro che dalle parole si passi presto ai fatti”. Quelli che però sono mancati negli ultimi 12 anni.