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ITP, la legge non è uguale per tutti

Sono diplomato ITP e laureato con quattro anni di servizio inserito in terza fascia. Avevo provato a fare ricorso per essere inserito in seconda fascia, ma il giudice del lavoro di Bologna ha sentenziato che il diploma ITP non è abilitante perché l’abilitazione è “altra cosa”. Come meglio di chiunque altro saprà anche alcune sentenze del TAR e Consiglio di Stato si sono espressi allo stesso modo. Bene. Allora perché, con la sua Nota N.37856/18 ha permesso che alcune persone in terza fascia duecento posti indietro di me, cioè quasi ultimi in graduatoria, oggi sono in seconda fascia e lavorano al mio posto? Ma la legge non era uguale per tutti!

Non solo, ma queste persone, alcune delle quali appena ventenni neodiplomati, sono stati riammessi al concorso docenti 2018 col rischio che a breve si troveranno di ruolo!!!

È incredibile che ciò avvenga a spregio e alla faccia di quei docenti che, con gli stessi requisiti, da anni mandano avanti la Sua scuola con il loro precariato. Bel modo di ringraziarli! Come può permettere tutto questo senza far intervenire il ministro?

È responsabile anche di questa guerra fra docenti ITP questo perché qualcuno non sa fare il proprio mestiere. È semplicemente assurdo.

Alla fin fine il quesito posto ai giudici è uno: il diploma ITP è abilitante o no? Allora come può accettare questo libero arbitrio dei giudici, che ad alcuni ricorrenti dicono sì e ad altri dicono no.

Non crede che a questo punto è meglio venga riconosciuto il diploma ITP come abilitante e si pone fine a questa incredibile farsa tutta italiana, per contro se il diploma non può essere abilitante NON LO DEVE ESSERE PER NESSUNO al di là di cosa ne pensa il giudice di turno.

È assurdo che chi ha già avuto la sentenza sfavorevole è stato escluso dalla seconda fascia, mentre chi è in attesa, magari perché ha fatto il ricorso in ritardo o ha trovato il giudice “buono”, è rimasto ricevendo anche la nomina di supplenza.

E se nel frattempo queste persone hanno ricevuto o a breve riceveranno esito sfavorevole? Chi controlla? Di certo nessuno chiamerà l’ufficio scolastico per dire “depennatemi dalla seconda fascia perché la mia sentenza è negativa”! E allora? Provvederà il MIUR o la scuola a verificarne la legittimità della loro permanenza?

O visto che orma ci sono resteranno in servizio fino a fine anno, accumulando punteggio al posto di qualcun altro che ne ha più diritto? È così? Forse in questo modo conviene continuamente fare ricorso garantendosi la permanenza in seconda fascia! È questo quello che vuole il MIUR?

Si vesti di un po’ di umiltà ed abbi il coraggio di rispondere.

Si è una guerra fra poveri. Ma è giusto che si rispetti la fila.

Alfredo De Paola

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