ITS Academy, la macchina organizzativa delle Regione si sta muovendo per arricchire i percorsi formati.
Con la nuova riforma avviata dal Governo Draghi, le Regioni si stanno muovendo per avviare i bandi relativi alle manifestazioni di interesse per la costituzione di nuove Fondazioni e nuovi percorsi rispetto a quelli esistenti.
Come anticipato dalla TDS, il testo approvato dalla Camera prevede la possibilità di creare percorsi sia biennali che triennali post diploma come un qualsiasi percorso universitario.
Al primo passaggio alla Camera è previsto 1 miliardo per i prossimi 5 anni, fondi che serviranno per creare nuove Fondazioni e individuare imprese che vorranno fungere da partner operativi in questi percorsi.
Il segreto dell’alta percentuale occupazionale degli ITS
I percorsi di studio vengono pensati e realizzati secondo le esigenze richieste dal mercato del lavoro, per questo un valore aggiunto è fornito proprio dalle imprese che portano competenze pratiche ed esigenze reali in termini di know how richiesto. I docenti provengono tutti da profili manageriali con forte esperienza e competenza nell’ambito specifico.
Acquisizione Know how specifico ed altamente specializzato, pratica in laboratorio e direttamente nelle aziende, materiale e strumenti a supporto della didattica moderni ed innovativi.
Il risultato di tutto questo è un successo occupazionale molto elevato con punte di occupazione per chi esce da queste scuole di oltre il 90% di studenti.
Come si sta muovendo il Lazio
Nel Lazio sono 8 le fondazioni operative per un totale di 13 percorsi di formazione. Queste scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica si sono dimostrate particolarmente vincenti sia per gli studenti, che acquisiscono un bagaglio di conoscenze e competenze di alto livello e immediatamente spendibili sul mercato del lavoro, sia per le imprese che riescono a soddisfare il fabbisogno di personale con particolari profili professionali.
Il nuovo banda ha l’obiettivo di mettere in campo altre 6 Fondazioni, oggetto di confronto con le parti sociali e con le attuali Fondazioni.
In particolare parliamo di: Tecnologie della informazione e della comunicazione, Sviluppo di Software e competenze digitali; Mobilità sostenibile, Logistica 4.0 e intermodalità sostenibile; Nuove tecnologie della vita, Biotecnologie industriali e ambientali; Nuove tecnologie per il Made in Italy , Sistema moda; Nuove tecnologie per il Made in Italy, Sistema Agroalimentare; Efficienza energetica.
Tramite una nota la Regione Lazio fa sapere che la Giunta ha approvato inoltre il potenziamento degli attuali 8 ITS già attivi che passeranno da 13 a 20.
Secondo Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro, Scuola e Formazione della Regione Lazio, I diversi profili sono accomunati da alta specializzazione e innovazione e “potranno contribuire allo sviluppo di settori strategici per il Lazio e per la nostra economia. Per questo, come Regione, intendiamo continuare a investire con decisione su questi percorsi di formazione che, oltre a ricadute individuali contribuiscono a un arricchimento collettivo a breve e lungo periodo.”
Un arricchimento che la Regione ha voluto allargare a tutte le province del Lazio per una crescita e uno sviluppo comune di tutti i territori.
La situazione del Piemonte
Anche la Regione Piemonte ha avviato la gara pubblica per aumentare l’offerta formativa degli ITS .
In dettaglio, si legge in una nota rilasciata nel portale della Regione: “sono ammissibili al finanziamento gli I.T.S., quali percorsi biennali strutturati per il conseguimento del Diploma di Tecnico Superiore di durata pari a 1800 ore di formazione (900 ore annuali), articolate in 4 semestri e dedicate alle attività d’aula e laboratoriale, all’attività di formazione a distanza e all’attività di stage. Sono inoltre ammissibili a finanziamento, attività diverse dalla progettazione e realizzazione dei percorsi formativi ai sensi dell’allegato e le spese di funzionamento e dotazioni strumentali necessarie alla realizzazione dei percorsi e delle attività in coerenza con quanto stabilito negli obiettivi del DCPM “
Con percorsi a volte differenti perché distintivi della caratteristica economica del territorio, le Regioni hanno messo in moto le proprie macchine organizzative cogliendo appieno l’input fornito dal Governo che ha messo a disposizione nuovi fondi, con la consapevolezza di quanto questi percorsi di formazione possano contribuire sia allo sviluppo occupazione del territorio sia alla crescita dell’economica locale con ovvi ed importanti ripercussioni a livello nazionale.