“Nel 2008, quando la legge sugli Its e’ stata votata, le urla di chi diceva ‘svendete la scuola alle aziende’ si sprecavano.
Adesso, la riforma degli Its passa all’unanimità. Se in questi anni non ci fossero stati i riformisti a volere, votare e
difendere il sistema Its, compresi gli anni di governo Renzi e Gentiloni, non ci sarebbero stati più di 70.000 ragazzi di 22 anni che si sono diplomati Its e sono stati subito assunti. Ecco la differenza tra riformisti e populisti”. Così Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera e relatore della legge sugli Its, ai microfoni di Radio Leopolda. “La legge di riforma degli Its ci dimostra la differenza tra riformisti e populisti sul piano politico e pratico. Solo chi ha il coraggio di essere riformista aiuta il Paese. I populisti, gli urlatori, gli agitatori di piazza non risolvono niente”.
Considerazioni che in queste ore si scontrano con chi, al contrario, continua ad argomentare che questa riforma consegna la formazione nelle mani dei privati, come abbiamo riferito riportando le reazioni caldo del sindacato di Francesco Sinopoli, Flc Cgil.
Soddisfatta Ella Bucalo, responsabile Scuola per Fratelli d’Italia: il sistema d’istruzione “finalmente si adegua alle necessarie trasformazioni di una società che punta sempre più alla ’specializzazione’, non dimenticando, però, l’antica arte dell’artigianato, alla quale fa riferimento, magari applicando ad essa nuove e più sofisticate tecnologie. Attingere dai cosiddetti ‘antichi mestieri’ e dare spazio alla creatività con finalità ‘ lavoro’ potrà significare la sintesi perfetta per formare i nostri studenti a vincere le sfide del futuro”.
E continua: “La ricchezza rappresentata dalle opere dell’alto artigianato è fondamento del nostro Made in Italy. Ciò che rappresenta al meglio l’Italia nel mondo deve essere valorizzato. Quelli che un tempo venivano chiamati ‘mestieri’ con l’ok agli ITS, diverranno ‘professioni,” conclude.
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