Intervenuto all’ITS day, la giornata dedicata agli Istituti Tecnici Superiori, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha parlato del presente e del futuro degli Its, aprendo il convegno:
“Sappiamo perfettamente che sono dieci anni che lavoriamo sugli Its, non dobbiamo aspettare qualcuno che ci dica cosa fare. La riforma che stiamo facendo prende il meglio dalle nostre esperienze e ci permette, grazie anche all’aiuto significativo dell’Europa, di avere quella rilevanza che grazie a quella capacità di sperimentazione, di innovazione e di stimolo al sistema industriale gli Its hanno già dimostrato di avere. È successo qualcosa rispetto al quale i due anni di Covid ci hanno confuso, ci hanno tenuto come sospesi. Il processo era cominciato molto tempo prima, il mercato mondiale cambiava e si pensava di poter frammentare la produzione sfruttando i territori dove il costo di produzione era più basso perché i costi e i rischi di trasporto erano minimi. Sulla base di questa teoria abbiamo spostato in Cina gran parte della nostra produzione”.
“Il vantaggio dell’Its è sempre stato quello di essere fortemente connessa con i sistemi produttivi e i sistemi territoriali, messi in discussione in questi anni. Si va verso una grande trasformazione dei cicli produttivi, ovvero l’abbandono progressivo delle produzioni di massa. Il cuore degli Its sta nel cogliere i bisogni emergenti di essere il luogo di coagulo di territori che sono stati fortemente caratterizzati da storie industriali ma dev’essere anche il luogo dell’innovazione e della sperimentazione. Il lavoro non è un surrogato di istruzione superiore universitaria né come un prolungamento di istruzione secondaria. Stiamo generando persone che devono avere una conoscenza profondissima della struttura produttiva del territorio, conoscenza dei percorsi degli altri settori produttivi e non produttivi”.
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