«Si fa molta fatica a trovare giovani che abbiano le competenze per lavorare in imprese come questa (produzione di banchi di cottura per ristoranti e alberghi). Ci vuole passione per la lavorazione dell’acciaio, ma ci vuole anche tanta confidenza con il digitale. Le persone che assumiamo devono avere il piacere di lavorare con questo materiale ma devono essere a proprio agio con il Cad e l’automazione. Selezionare i candidati giusti non è facile», sostiene un imprenditore sulle pagine del Sole 24 Ore.
Tuttavia le imprese che si trovano in similare situazione sarebbero molte: Excelsior stima che fra agosto e ottobre di quest’anno entreranno nel mercato del lavoro 875.600 persone, di cui il 34% (circa 300.000 unità) saranno giovani fino a 29 anni mentre mancano i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, dove la difficoltà di reperimento è massima (63%), gli operai nelle attività metalmeccaniche e elettromeccaniche (47%) e gli operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori (47%).
In totale si stima che, nei prossimi tre mesi, circa 40.000 giovani entreranno nel mondo del lavoro ma i giovani, dopo l’esame di maturità, devono poter accedere a percorsi di studi e di alternanza scuola lavoro in grado di fornire conoscenze e competenze cruciali in particolare per quelle medie imprese che oggi affrontano la rivoluzione della manifattura digitale.
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“In Italia, questo ruolo di promozione della formazione tecnica superiore, si legge sul Sole 24 Ore, è stato svolto principalmente dagli ITS (Istituti Tecnici Superiori) che oggi sono incardinati in oltre 90 fondazioni a scala nazionale.
Oggi gli studenti iscritti agli ITS è inferiore alle 10.000 unità contro gli 800.000 nelle Fachhochshule tedesche e i 240.000 che studiano in Francia per ottenere un BTS – Brevet de Technicien Supérieur.
Due sono le priorità da affrontare per colmare il vuoto e metterci al passo con la Germania soprattutto: “Un primo nodo per rendere più appetibili questi percorsi è lavorare sul metodo didattico e sulla comunicazione alle famiglie. I giovani devono poter capire cosa e come si apprende all’interno di un percorso di formazione tecnica superiore. Su questo fronte il Miur ha avviato sperimentazioni importanti nel corso dell’ultimo anno per rinnovare e rendere omogenea la didattica all’interno degli istituti e per differenziare l’apprendimento degli ITS rispetto a quello universitario.
Un secondo nodo riguarda la legittimità sociale e culturale di cui godono questi lavori. È sbagliato che questi mestieri siano percepiti come attività di serie B destinate sempre ai figli di qualcun altro. L’offerta formativa espressa dagli ITS deve acquisire la stessa legittimità delle laurea triennali.