Nella legge di Bilancio, appena approdata alla Camera, non c’è più traccia dei fondi agli Istituti tecnici superiori, le scuole post diploma, alternative all’università e partecipate dalle imprese.
Saltano anche le previsioni di apposito Dpcm, per rilanciare definitivamente questi istituti, che hanno numeri ancora di nicchia, considerato che i frequentanti oscillano tra i 5-6mila ragazzi, mentre in Germania le «Fachhochschulen» specializzano più di 800mila studenti.
E tutto questo però nonostante gli Its funzionino piuttosto bene visto che oltre l’80% dei diplomati biennali ha un’occupazione, e nel 90% dei casi coerente con il titolo di specializzazione conseguito.
Secondo il Sole 24 Ore, che riporta la notizia, a sopravvivere sarebbe solo la disposizione che apre alle Fondazioni Its la possibilità di essere incluse tra i soggetti beneficiari di eventuali erogazioni liberali (finalizzate a innovazione tecnologia, edilizia scolastica e ampliamento offerta formativa) che sono detraibili al 19% per quanto riguarda le persone fisiche e deducibili ai fini Ires.
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«Gli Its sono centrali nella strategia di sviluppo dell’istruzione terziaria professionalizzante, anche in collegamento con Industria 4.0 – risponde Marco Leonardi, consigliere economico di palazzo Chigi -. Ci batteremo in Parlamento per recuperare i fondi necessari. Lavoreremo anche sulle semplificazioni. Vogliamo rilanciare, davvero, questo importante segmento formativo»