È la scuola che fa i cittadini. A sostenerlo è il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista rilasciata nel corso della manifestazione Itaca 2024 rilanciando l’apertura di Forza Italia per introdurre la proposta sullo Ius Scholae, che prevede il conferimento della cittadinanza italiana al termine di un ciclo scolastico completo di primaria o secondaria.
“Sullo Ius Scholae – ha puntualizzato Tajani – ho detto di attualizzare la legge sulla cittadinanza. Di concederla a chi per 10 anni frequenta la scuola con profitto. Questa è una proposta più severa della legge attuale con cui si diventa cittadini a 18 anni se si è sempre stati in Italia. La scuola invece ti forma come cittadino italiano”.
“Questo non ha nulla a che vedere con la lotta all’immigrazione illegale: ho difeso Matteo Salvini per quello che ha fatto per difendere i confini, però sullo Ius Scholae il centrodestra non può essere oscurantista e non capire come cambia una società”, ha detto Tajani, riferendosi ad esempio a chi viene a lavorare in Italia o ai profughi e ai loro figli.
E ancora: “Sono contrario allo Ius Scholae dopo 5 anni, è troppo poco, e sono contrario allo Ius Soli“, con il quale la cittadinanza si acquisirebbe per il fatto di essere nati sul territorio dello Stato italiano.
Invece, “la sinistra si illudeva che votassimo i loro emendamenti per far cadere il governo. La cittadinanza è una cosa seria, non è un giochetto parlamentare”, ha concluso Tajani.
Nei giorni scorsi, Bellaria, chiudendo la festa di Forza Italia Giovani, Tajani aveva messo in guardia chi intende rimanere fermo all’attuale norma, anche gli alleati di Fratelli d’Italia e Lega, che prevede una “finestra” per l’assegnazione della cittadinanza italiana a chi è nato nel nostro Paese da genitori stranieri solo al compimento del 18esimo anno.
“Guai se abbiamo paura di concedere diritti meritati: saremmo un centrodestra oscurantista che non si rende conto dei cambiamenti della società”, aveva dichiarato il numero uno di Forza Italia.
Da un’indagine condotta dalla Tecnica della Scuola, a cui hanno partecipato nei giorni scorsi 768 lettori, la maggior parte dei quali docenti, è emerso che il mondo della scuola accoglierebbe con favore la proposta: l’unica componente contraria risulta quella dei genitori degli alunni, che in prevalenza sulla concessione dello Ius Scholae sembra mantenere più di una riserva.
L’indagine ha visto la partecipazione per il 735 di docenti, dirigenti, studenti, genitori e altro. La metà dei partecipanti vive al Nord (48.8%), mentre il resto è diviso equamente tra Centro, Sud e Isole.
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