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Ius Scholae, al Nord netta prevalenza di alunni con cittadinanza non italiana, comanda l’Emilia-Romagna

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Lo Ius Scholae è tornato alla ribalta negli ultimi giorni dopo le parole di alcuni esponenti politici, sia al Governo che all’opposizione. La Tecnica della Scuola ha chiesto, attraverso un sondaggio, al personale della scuola, se è giusto estendere la cittadinanza italiana a chi ha completato un intero ciclo di studi nel nostro Paese.

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La possibile platea dello Ius Scholae è ampia, ma non semplice da delimitare. Nell’edizione odierna ‘Il Sole 24 Ore’ ha provato a sciorinare dei numeri, partendo dal dato dei 914mila alunni con cittadinanza non italiana secondo le ultime statistiche del ministero dell’Istruzione e del Merito pubblicate l’8 agosto, aggiornate all’anno scolastico 2022/23. L’11,2% degli studenti iscritti nelle nostre scuole rientrerebbe tra i minori interessati allo Ius Scholae. Con una netta differenza che si registra nel 16% al Nord e nel 4% al Sud e nelle isole. E un 65% (circa 600mila) di ragazzi nati sul territorio nazionale.

Sempre secondo i dati del Ministero, sono circa 330mila gli alunni con cittadinanza non italiana iscritti alla primaria (il 36%) e 161mila gli alunni stranieri iscritti alla scuola dell’infanzia, 195mila alle medie e 227mila alle superiori. E se da una parte procede il calo degli studenti italiani (-145mila nell’anno scolastico 2022/23), aumentano del 5% ogni anno (42.500 studenti) gli alunni con cittadinanza non italiana. Un trend tornato in crescita dopo lo stop segnato dalla pandemia nel 2020 e nel 2021.

Ma come sottolinea ‘Il Sole 24 Ore’ la distribuzione sul territorio nazionale non è proprio omogenea. Netta la concentrazione nelle regioni settentrionali (65%) seguite dal Centro (23%) e dal Sud (11%). Le regioni che registrano una percentuale più elevata di studenti con cittadinanza non italiana sono l’Emilia-Romagna con il 18,4%, la Lombardia con il 17,1%, la Liguria con il 15,8% e il Veneto con il 15,2%. Leggermente sotto Toscana, Piemonte e Umbria. Molto più staccato il Sud, compreso tra l’8,5% dell’Abruzzo e il 3% della Sardegna.

Per quanto riguarda le province, infine, va segnalata Prato con il 28% di alunni con origine migratoria, seguita da Piacenza (25%) e Parma (21%).