Ius Scholae, Aprea (FI): è la risposta migliore all’inverno demografico, questi studenti stranieri aiuteranno l’Italia – INTERVISTA

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“Lo Ius Scholae è una scelta di civiltà, ma direi anche di opportunità perché questi ragazzi che sono nati in Italia, studieranno e lavoreranno in Italia, ci aiuteranno a far crescere la nostra Italia in un periodo in cui viviamo un inverno demografico e stiamo attraversando quello che Rosina definisce degiovanimento: è chiaro che dobbiamo in qualche modo contrastare il fenomeno”. A dirlo alla ‘Tecnica della Scuola’ è Valentina Aprea, responsabile dipartimento Istruzione di Forza Italia.

L’ex senatrice ha voluto dire la sua, durante Didacta Italia svolta quest’anno a Bari, sulla possibilità di ottenere in anticipo rispetto a oggi la cittadinanza italiana da assegnare a ragazzi stranieri che hanno completato un ciclo scolastico.

“Questa possibilità intanto l’abbiamo chiamato Ius Italia: si diventa cittadini italiani studiando, ci piace immaginare che i bambini stranieri di seconda generazione quindi nati in Italia che abbiano la possibilità di frequentare le nostre scuole, in particolare le scuole e dell’obbligo, quindi abbiano completato tutto il primo ciclo i primi due anni della scuola secondaria, possano poi sentirsi realmente cittadini italiani”.

“Come si sa – continua Aprea – , nei primi otto anni di scuola si studia tanta storia, tanta geografia, si impara l’italiano e soprattutto si fanno esperienze di educazione civica: quindi, altro che esame per diventare cittadini italiani da fare a 18 anni. Ci sembra un modo per riconoscere a chi è già di fatto integrato nella nostra comunità un giusto riconoscimento proprio perché molti di questi ragazzi già si sentono italiani ma poi non lo sono: questo crea un effetto discriminante ed è anche frustrante per questi ragazzi che sono e nelle nostre classi”.

Il fenomeno è ampio, mi piace ricordare che Lombardia sono 2220.000 questi alunni stranieri”.

“Quindi, va da sé che il problema è, perché questi ragazzi che sono nati in Italia e studieranno e lavoreranno in Italia ci aiuteranno a far crescere la nostra Italia in un momento in cui abbiamo un ‘inverno’ demografico e stiamo attraversando quello che Rosina definisce dei giovani

La platea di potenziali fruitori di questa legge sarebbe molto vasta: parliamo di 600.000 potenziali beneficiari, che parlano italiano, anche in dialetto, e che sono italiani a tutti gli effetti: c’è un problema però, perchè attualmente non tutti i partiti che governano l’Italia sono d’accordo. “Innanzitutto – replica Aprea – mi piace ricordare che solo in Lombardia sono 2220.000 questi alunni stranieri. Quindi va da sé che il problema è urgente e richiede una soluzione. Ma non credo che ci sia un atteggiamento ostile: non viene giudicato una priorità dalla maggioranza, ma credo anche che con il giusto tempo e con le giuste ragioni entro questa legislatura il segretario Tajani riuscirà a ottenere questo risultato. Noi come dipartimento Istruzione facciamo il tifo per lui, dopo che abbiamo sposato ovviamente questa causa”.