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Ius scholae, Azzolina: “Liberiamo questi bambini da indifferenza giuridica. Hanno diritto di partecipare a concorsi e rappresentare il paese”

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Sono giorni caldi per quanto riguarda lo ius scholae. Le forze politiche sono spaccate e la discussione sull’approvazione della legge va avanti. Da sempre favorevole è stata l’ex Ministra Lucia Azzolina che, in un articolo su ‘Huffington Post’ ha voluto esprimere la sua posizione:

“Il provvedimento sullo Ius Scholae, che finalmente è arrivato in discussione in Aula, contiene la chiave di volta per porre fine ad un’ingiustizia. Centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi, che sono italiani in tutto tranne che per la burocrazia, vivono condizioni di piena integrazione proprio grazie all’esperienza scolastica. Sono ragazzi che vivono nella socialità ma formalmente non appartengono a nessuna comunità. Cittadini di fatto ma non di diritto. Questa proposta di legge può restituire dignità a quei giovani che la mattina vivono una normalità fatta di condivisione, inclusione, crescita umana e solidale, mentre fuori dalle mura scolastiche sopportano una visione burocratica di ingiustizia e per certi versi fuorviante del concetto di cittadinanza”.

“Il disegno di legge punta sulla continuità della residenza legale in Italia e soprattutto punta su un dato incontrovertibile: la forza della scuola di svolgere quell’azione che tutti noi riconosciamo: contrastare ogni disuguaglianza, ogni divario, proporre processi di vera integrazione”.

“Questa legge affida giustamente alla scuola la responsabilità dei processi di inclusione. Tutta la comunità scolastica, studenti, studentesse e personale è in prima fila per chiederne l’approvazione. Il ciclo scolastico è già di per sé un esame di integrazione. Ragazze e ragazzi di ogni provenienza ed estrazione, cresciuti in Italia, grazie alla scuola hanno accolto e accolgono in sé i valori e i costumi della comunità italiana”.   

“Dobbiamo avere il coraggio di aprire gli occhi, di sgombrare il nostro orizzonte da xenofobia, pregiudizi, limiti anacronistici. Dobbiamo avere il coraggio di liberare questi bambini e questi ragazzi da un limbo di indifferenza giuridica e burocratica. Hanno il diritto di partecipare ai concorsi, di essere cittadini attivi e passivi, di gareggiare rappresentando il paese che li ha cresciuti”.

“Questo provvedimento non è una minaccia per le istituzioni, fornisce semmai nuovi anticorpi alla Repubblica e rappresenta una speranza per il Paese. A quanti, anche in queste ore ed in mancanza di argomentazioni politiche serie, ripetono ossessivamente l’unica obiezione che lo Ius Scholae “non è una priorità”, va risposto l’esatto contrario. Non solo il ritornello sulle priorità è francamente stancante, quando una legge è giusta è sempre un buon momento per approvarla. Ma l’obiettivo dello Ius Scholae si inquadra perfettamente nel tempo che viviamo”.