“La riforma dello Ius scholae va incontro alla nuova realtà del paese, con 5 milioni e mezzo di migranti”: lo afferma monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e presidente della Fondazione Migrantes.
Una espressa indicazione a superare le divisioni e le posizioni ideologiche, nonché un invito alla politica a considerare bene il dato reale e cioè che il nostro Paese sta cambiando
Per Perego, la politica deve fare un passo in avanti, e dunque, dice ancora, deve andare oltre i “dibattiti ideologici, per il bene non solo di chi aspetta questa legge, ma anche della stessa Italia, uno dei Paesi più vecchi. La cittadinanza è uno strumento di inclusione, integrazione, partecipazione attiva alla vita della città e di sicurezza sociale. Uno strumento che per ragioni etiche e di giustizia salvaguarda la dignità delle persone. E’ uno strumento democratico. Ne parliamo da almeno quindici anni, contrapporre il caro-bollette non ha senso”.
Contrari, come è noto, gli esponenti della Lega: “Nel rispetto dei differenti ruoli e delle diverse competenze, al presidente della commissione Cei che si occupa di immigrazione e capo della fondazione Migrantes è doveroso ricordare che l’Italia sotto questo aspetto è già esempio di democrazia, civiltà e accoglienza, essendo il Paese Ue che concede più cittadinanze. Ai giovani stranieri che frequentano le scuole italiane, in materia di partecipazione, sono già per fortuna oggi garantiti tutti i diritti di qualunque altro studente”.
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