Appena qualche ora fa, oggi 9 giugno, il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi intervistato da Skuola.net si è espresso sullo Ius scholae, dichiarando: “Il mio punto di vista è molto semplice: essere cittadini vuol dire essere partecipi in una comunità, vuol dire essere in grado di essere anche critici in una società. Molti ragazzi possono avere storie diverse ma devono avere l’opportunità di esprimerle. La scuola è anche questo, uno strumento che serve a farci cittadini. E questo vale non solo per i ragazzi che venendo da altri contesti hanno il diritto di essere messi nella condizione di sentirsi cittadini; ma anche per altri cittadini italiani serve l’idea che essere cittadini non è un diritto regalato ma una giusta conquista di partecipazione democratica”.
La replica del sottosegretario Sasso non si fa attendere: “Il programma del Governo di unità nazionale guidato dal presidente Draghi non prevede interventi sulla cittadinanza come lo Ius scholae, che è infatti una proposta di legge di iniziativa parlamentare. Allo stesso tempo va sottolineato come l’attuale Esecutivo sia nato per fronteggiare l’emergenza pandemica e dare piena attuazione al PNRR, non certo per occuparsi di temi divisivi che possano creare fibrillazioni tra i partiti di maggioranza. Chi ha importanti incarichi istituzionali dovrebbe sempre tenerlo a mente prima di lanciarsi in dichiarazioni che somigliano a delle fughe in avanti che non fanno bene a nessuno”.
“Nel nostro Paese, non c’è alcun bisogno di forzature o colpi di mano – continua contestando il ministro del suo stesso Governo – tanto più con la stragrande maggioranza dei cittadini alle prese con i timori per la guerra, il caro energia, l’inflazione galoppante. Quello di cui ci si dovrebbe davvero occupare a proposito dell’inclusione dei minori stranieri è il preoccupante proliferare di scuole-ghetto, come ho potuto constatare visitando diversi territori”.
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