Non più tardi di ieri l’ex ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, affermava “La Stampa” di essere ottimista perché lo ius scholae diventasse legge. Ottimismo che arrivava anche dalla capogruppo in commissione Cultura del Pd Rosa Di Giorgi. Ma la proposta del Movimento 5 Stelle con il presidente della commissione Affari costituzionali Giuseppe Brescia, continua a dividere il centrodestra.
La stessa Lucia Azzolina annunciava il voto favorevole di Forza Italia. Ma Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro. Secondo i due schieramenti questa legge sarebbe figlia diretta dello ius soli. Lo stesso Brescia afferma che lo ius scholae è l’erede di quella legge, ma completamente cambiata. Una legge attesa da tanti anni, con circa 800mila giovani, italiani ma senza gli stessi diritti.
Se da un lato Pd, M5Stelle, Leu, +Europa e Forza Italia si mostrano compatti nel voler riconoscere la cittadinanza attraverso l’integrazione nella scuola, dall’altro Fratelli d’Italia giudica insufficiente che bastino cinque anni senza nessun risultato a scuola per essere italiano.
“Il minore straniero nato in Italia o che vi ha fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia” e che “abbia frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici” o percorsi di istruzione e formazione professionale “acquista la cittadinanza italiana“. Lo prevede il testo unificato della riforma della cittadinanza presentato in Commissione Affari costituzionali dal relatore Giuseppe Brescia (M5s).
“A trent’anni di distanza dall’approvazione della legge 91/1992, il legislatore deve prendere atto delle profonde trasformazioni avvenute nella società italiana e aggiornare le norme in materia di cittadinanza,” afferma sempre il deputato del Movimento 5 Stelle sul proprio sito web, e rimarca: non bisogna “illudere e deludere centinaia di migliaia di giovani. Sono figli di stranieri che studiavano e studiano con i nostri figli e hanno visto le loro vite condizionate dall’assenza di una minima legge di civiltà”.
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