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Ius Scholae, il tiktoker Khaby Lame: “Mi sentivo italiano già dall’asilo, non sono gli altri che devono dirti chi sei”

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Anche il tiktoker e ormai volto televisivo Khaby Lame ha discusso in merito allo Ius Scholae, la tanto chiacchierata possibile riforma della cittadinanza italiana che ne permetterebbe l’acquisizione ai bambini stranieri che frequentano per un certo numero di anni la scuola italiana.

Khaby, com’è noto, 24 anni, è nato in Senegal e si è trasferito da bambino in Italia ed ha ottenuto la cittadinanza italiana solo nel 2022, a 22 anni. Il giovane è diventato un fenomeno del web durante la pandemia da Covid-19. Ora vanta la partecipazione a programmi tv e addirittura un film e vive a Los Angeles. “Ora studio inglese e ho conosciuto Robert Redford. Il mio sogno è vincere un Oscar”, ha affermato.

Khaby Lame e la cittadinanza

Ecco cosa ha detto, intervistato da La Stampa, sullo Ius Scholae: “Ho ottenuto la cittadinanza nel 2022, ma mi sentivo italiano anche prima. Mi sono sempre sentito italiano, anche prima che me lo riconoscessero ufficialmente. Molti ragazzi meritano la cittadinanza come e più di me. Semplicemente non hanno avuto le possibilità che ho avuto io, così stanno ancora aspettando. Io sono un ragazzo fortunato, questo lo so”.

“Se cresci in un posto, sei di quel posto. Ho vissuto tutta la mia vita in Italia. Mi ricordo il tempo dell’asilo. Mi sentivo già italiano. Non mi sono mai sentito in un altro modo. Non sono gli altri che devono dirti chi sei. So che devo tutto a quel viaggio che i miei genitori hanno fatto per cercare lavoro in Italia”, ha aggiunto.

Poi, sulla sua esperienza a scuola: “Non riuscivo a stare attento. Ero un po’ scalmanato. Sono anche dislessico e discalculico, ma non è una scusante. Avrei dovuto impegnarmi di più. È stato il mio grande errore. Quando sono diventato famoso non sapevo neppure una parola di inglese. La scuola avrebbe potuto aiutarmi”, ha detto.

Khaby e le bocciature

Khaby è stato bocciato tre volte tra elementari e medie e dopo una di queste volte il padre lo ha mandato in Senegal: “In Senegal ho studiato il Corano e ho iniziato a capire come si sta in Africa, fra persone che non hanno niente e che fanno moltissimi sacrifici. Avevo 12 anni”, ha commentato.

Questa storia ricorda quella di un sedicenne, studente di un liceo milanese, che è stato spedito in Africa e a cui il padre avrebbe impedito di tornare in Italia sottraendogli il passaporto con cui doveva prendere un aereo il 23 luglio scorso. Il motivo? Il ragazzo aveva fatto coming out.

LEGGI ANCHE: Ius Scholae sì o no? Il mondo della scuola è d’accordo: 2 docenti su 3 dicono sì, meno convinti i genitori – RISULTATI SONDAGGIO

Redazione

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